Ucraina, ucciso il miliziano italiano Edy Ongaro: combatteva per il Donbass
Il 46enne di Portogruaro, noto col nome di battaglia di "Bozambo", è stato colpito da una bomba a mano. Si era arruolato con le brigate che sognano un nuovo Stato comunista nell'Oblast orientale
Edy Ongaro, chi è il foreign fighter italiano morto per il Donbass separatista
Un miliziano italiano di 46 anni, Edy Ongaro, è rimasto ucciso in battaglia nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk. L'uomo, combattente tra le fila delle forze separatiste filorusse del Donbass, è stato colpito da una bomba a mano. La notizia, diffusa dal Collettivo Stella Rossa Nordest, è stata confermata da Massimo Pin, amico di Ongaro, in contatto con esponenti della "carovana antifascista" che si trova nell'Oblast orientale.
"Purtroppo è vero", ha affermato Pin. "I compagni in Donbass sono stati informati della morte di Edy da ufficiali della milizia popolare di cui faceva parte. Prima di comunicarlo abbiano informato il padre e il fratello".
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Nome di battaglia: "Bozambo" - Ongaro era originario di Portogruaro (Venezia) e si trovava da sette anni in Donbass, a combattere con le brigate comuniste che appoggiano Putin in ottica anti–ucraina. In particolare, il 46enne militava nella brigata Prizrak, che crede nell'Internazionale e nella trasformazione della regione del Donbass in un nuovo Stato comunista. Su Facebook si è auto-soprannominato "El Buitre", ma era noto a tutti col nome di battaglia di "Bozambo", in ricordo di un partigiano della seconda guerra mondiale. Ongaro sosteneva che a spingerlo alla lotta con i ribelli filorussi delle repubbliche di Donetsk e Luhansk sarebbe stato il ricordo delle violenze inferte dai fascisti alla sua famiglia.
Guai con la giustizia - Ongaro, una vita non priva di problemi, era emigrato nel Donbass nel 2015 dopo aver lasciato in fretta l'Italia, formalmente come ricercato. Era stato implicato in una rissa in un bar di Portogruaro, dove aveva colpito l'esercente con un calcio all'addome, scagliandosi alla fine anche contro un carabiniere. Concessi i termini a difesa, Ongaro era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo, ed era sparito. Da allora di lui erano arrivate solo notizie via social.
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