
Dopo il successo all'ultima edizione di "Alice nella Città", debutta nelle sale italiane dal 31 marzo "Mancino Naturale", il dramedy firmato da Salvatore Allocca con Claudia Gerini, Massimo Ranieri e Katia Ricciarelli. Il film mette in luce la determinazione di una madre sola ma disposta ad andare oltre alle sue possibilità pur di dare a suo figlio una chance nello spietato mondo del calcio professionistico. Dietro a questo sogno, però, c’è un conto aperto col passato che la donna, proprio per il bene del figlio, sarà costretta a regolare. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.
Isabella (Claudia Gerini) è vedova, e vive a Latina mantenendo il figlio 12enne Paolo (Alessio Perinelli), e lavorando come rappresentante di prodotti da forno surgelati. Per permettere al ragazzino di mettersi in luce come calciatore, dà retta anche a personaggi ambigui come Marcello (Massimo Ranieri), procuratore traffichino che le chiede continuamente soldi. Il guscio nel quale Paolo e Isabella vivono, inizia a incrinarsi quando arriva come vicino di casa Fabrizio (Francesco Colella), sceneggiatore dalla vita dimessa che si ritrova parte delle vite di entrambi.
"Isabella è una donna che vive nelle case popolari e vuole raggiungere il riscatto sociale attraverso il bambino. E' disperata, prepotente e ha la colpa di non ascoltare e non vedere suo figlio nella sua interezza. Poi usa il suo fascino per approfittarsi di tutti quelli che pensa possano esserle utili. La si perdona perché è una persona fragile e una mamma sola contro il mondo", spiega Claudia Gerini.
"Pur essendo incentrato su una storia e su argomenti drammatici, Mancino Naturale è un film connotato da forti elementi umoristici, tipici della commedia romantica. Una mescolanza di dramma e commedia, che riflette la vita quotidiana di tutti i giorni", racconta la produzione, spiegando: "In Italia un bambino su cinque tra i 5 e i 16 anni gioca a calcio nel circuito della FIGC, sperando di diventare il nuovo Totti o Del Piero. A volte, ancor più che i ragazzi, sono i genitori i più accaniti persecutori dell'obiettivo, e pur animati dalle migliori intenzioni, capita che perdano di vista i limiti di intervento nelle vite dei figli o che cadano vittime di ciarlatani e approfittatori. Infatti, solo uno su 5mila riesce a sfondare, lasciando gli altri 4999 nell’anonimato. Il mondo del calcio giovanile diventa perciò una fabbrica di illusioni, costellato da personaggi la cui priorità non è sempre la tutela e la formazione dei bambini".
© Ufficio stampa
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