Il gas che dalla Russia arriva in Europa è una delle poche materie prime che l'Occidente ha non bloccato con le sanzioni. Grazie a questo Mosca non è ancora in default. E le forniture di metano sono però un'arma in mano a Putin. Se da una parte la richiesta di pagamento in rubli viene rinviata per un problema tecnico, dall'altra arriva la notizia che il gasdotto Yamal-Europe che porta in Germania 10 miliardi di metri cubi di metano all'anno è stato improvvisamente chiuso. E questo ha fatto scattare i piani di emergenza in Germania e Austria.
"Zero gas dallo Yamal-Europe" - La notizia è arrivata nella tarda serata di martedì: i flussi di gas attraverso il gasdotto Yamal-Europe presso il punto tedesco di Mallnow sono scesi a zero. Lo ha annunciato l'agenzia Reuters che ha anche contattato l'operatore Gascade, che gestisce la tratta tedesca, senza però ottenere una versione ufficiale. Da quella condotta che dalla Polonia arriva in Germania passano 10 miliardi di metri cubi all'anno di metano. Nessuna spiegazione al momento da parte dei russi, non è chiaro quindi se si tratta di uno stop temporaneo.
Slitta la minaccia del pagamento in rubli - Questo strano blocco di gas arriva poco prima dell'annuncio da parte della Russia di dover far slittare il pagamento delle materie prime in rubli. Mosca aveva annunciato che il cambio di valuta avrebbe dovuto avvenire da giovedì in risposta alle sanzioni occidentali. Ma questo "cambiamento" degli accordi avverrà in maniera progressiva, ha detto il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov. "Noi ne abbiamo già parlato, il pagamento e la fornitura è un processo esteso nei tempi", ha dichiarato Peskov in una conferenza stampa adducendo una non meglio specificata problematica tecnica.
Piano di emergenza della Germania - Nessun cambiamento invece dal Nord Stream 1 che continua a pompare gas. Ma in Germania è scattata comunque l'allerta. Berlino ha attivato un piano di emergenza per garantire le forniture di gas naturale. La decisione era scattata perché Mosca aveva annunciato di volersi far pagare le consegne in rubli e anche se lo spettro del cambio valuta è slittato, resta invece in piedi il problema del gasdotto chiuso. Il governo tedesci ha quindi avviato la prima delle tre possibili fasi del piano per gestire le forniture energetiche ridotte, ha annunciato il ministro dell'Economia Robert Habeck. "Si tratta di monitorare la situazione attraverso un'unità di crisi per formalizzare ciò che è stato fatto negli ultimi mesi", ha spiegato Habeck. La task force si riunirà quotidianamente per monitorare la situazione. Habeck ha esortato le aziende e i consumatori a dare il loro contributo riducendo il consumo di energia ove possibile. "Siamo in una situazione in cui ogni kilowatt all'ora risparmiato è importante", secondo il ministro dei Verdi.
Le riserve di gas attualmente sono al 25% della loro capacità e uno stop alle forniture russe avrebbe conseguenze gravi. È solo al terzo livello di avvertimento che il governo potrebbe intervenire per dividere le riserve, dando priorità ai consumatori tutelati, come privati e ospedali, ha sottolineato il ministero in un comunicato. La Germania è fortemente dipendente dal gas russo, con il 55% delle forniture inviate tramite i gasdotti della Russia prima dell'invasione in Ucraina. Dopo l'inizio della guerra, Berlino ha ridotto questa dipendenza a circa il 40%, un livello comunque ancora estremamente elevato.
Allerta anche in Austria - Anche l'Austria ha annunciato il livello di allerta preventiva nel piano di emergenza per l'approvvigionamento di gas. Per il momento non sono previste misure di controllo energetico come il razionamento.