L'Italia valuta di istituire un contributo economico per garantire assistenza ai profughi ucraini. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, al termine del Consiglio straordinario per gli Affari interni, a Bruxelles. "I vari governi stanno utilizzando un sistema d'immediato intervento nei confronti delle famiglie che stanno ospitando i profughi ucraini arrivati nei nostri Paesi. Per quanto riguarda l'Italia ipotizziamo un contributo tramite i Comuni e il commissario per la Protezione civile", ha affermato la Lamorgese.
Al centro del Consiglio c'è proprio la traduzione in misure pratiche per garantire i diritti dei profughi e la fornitura di assistenza. Per la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, "3,8 milioni di rifugiati sono stati accolti nell'Ue, circa la metà sono minori e molti si sono fermati nei paesi limitrofi all'Ucraina. Ma più di 1 milione è andato oltre in altri Stati membri".
Calano gli arrivi nei Paesi europei "Quindi - sottolinea - quella che sta facendo di più in questo momento è ovviamente la Polonia, che ospita più di un milione e mezzo di rifugiati in questo momento. Ovviamente gli altri paesi vicini, Romania, Ungheria e Slovacchia, ma vorrei citare anche Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, in questo momento ospitano davvero un buon numero di rifugiati ucraini". I dati parlano di un calo degli arrivi, scesi da 200mila a 40mila al giorno.
In Italia, secondo i dati del Viminale, finora sono 73.898 le persone arrivate dall'Ucraina: 38.068 donne, 6.959 uomini e 28.871 minori. Rispetto a domenica, l'incremento è di 1.958 ingressi nel territorio nazionale. Le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Il capitolo sicurezza Il ministro Lamorgese ha affrontato anche la questione sicurezza. La Commissione, ha spiegato, tra le sue proposte ha indicato quella di utilizzare una "piattaforma informatica" per registrare i profughi ucraini che chiedono "la protezione internazionale" nei vari Stati così da evitare "eventuali abusi". Al Consiglio i ministri "hanno condiviso la necessità di utilizzare il sistema informatico Empact - che fa capo all'Europol, ndr - per contrastare possibile minacce all'Europa, comprese quelle terroristiche, con l'adozione di più mirati controlli".