Concorso docenti, il 90% bocciato agli scritti. I candidati: "Un terno al lotto"
La prima prova del tanto atteso bando ordinario per prof di scuola secondari ha mietuto vittime a ripetizione: in migliaia non hanno superato lo sbarramento. Il malcontento viaggia spedito sui social
Dopo essere stato atteso a lungo, il concorso ordinario per la scuola, in corso di svolgimento in queste settimane, sta suscitando un’enorme mole di polemiche tra i partecipanti. In particolare tra quelli respinti. Il dato principale, però, non è tanto la quasi ovvia reazione di chi non ce l’ha fatta; quanto le dimensioni del fenomeno, visto che i “bocciati” stavolta sono la stragrande maggioranza - se non la quasi totalità - dei candidati. Come riporta il portale Skuola.net, già dopo la prima prova di selezione - un test a risposta multipla - sono infatti arrivate moltissime segnalazioni da parte dei circa 500 mila aspiranti a una cattedra di scuola secondaria, che lamentano una prova molto difficile, per le tematiche proposte ma soprattutto per la composizione dei quesiti, con domande incomprensibili e con opzioni di risposta che inducevano facilmente all'errore.
I primi dati parlano di una "strage" di candidati
Un problema che trova un riscontro concreto nei numeri: tra le varie “classi” di insegnamento che già hanno affrontato la prova, in alcuni casi si parla di oltre il 90% di “fermati. Ma, come segnala Anief - uno dei principali sindacati di settore - parlando di “strage degli innocenti”, ci sono commissioni che hanno fatto registrare zero ammessi e moltissime non più del 5%. Una delle (per così dire) migliori performance si è raggiunta in Puglia, dove per la classe di concorso di Inglese - AB24 e AB25 - ha superato la prova un quarto dei partecipanti; sempre in Puglia, è esemplare quello che è accaduto con la A022 (Italiano, Storia, Geografia nella scuola secondaria di primo grado), con la prova computer based del 21 e 22 marzo superata soltanto da 87 aspiranti docenti su circa 2.300 candidati, con appena il 3,7% di partecipanti allo scritto che potrà svolgere l’orale.
La conferma, secondo la stessa Anief, che i concorsi - ordinari e straordinari - organizzati dall’amministrazione fanno acqua da tutte le parti. “Se si organizza una procedura concorsuale ordinaria per assumere oltre 30mila docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, anche di sostegno, e poi selezionarne all’orale meno del 10%, c’è qualcosa che non va nel modo di selezionare”, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, che prosegue: “Non bastava la mancata apertura della graduatoria di merito con tutti gli idonei, per superare la quale abbiamo presentato un emendamento al decreto Sostegni ter: ora siamo arrivati al paradosso di avere quasi tutti bocciati”.
“Se ci ritroviamo con centinaia di migliaia di respinti, nemmeno meritevoli di essere ascoltati all’orale - conclude Pacifico - forse sono le prove il problema. È sempre più chiara la necessità di rivedere il sistema di reclutamento, aprendo al doppio canale, che salvaguardi i precari con oltre 24-36 mesi sulla metà dei posti liberi, e che non si accanisca gratuitamente sui candidati andando addirittura a respingere persone preparate e competenti”.
Le segnalazioni e le proteste degli aspiranti docenti
Come detto, è soprattutto la struttura della prova ad aver suscitato le proteste più accese. Che si sono tradotte in varie segnalazioni da parte dei partecipanti respinti, su siti specializzati e social network. Una delle accuse mosse alle modalità di gestione del concorso è di rischiare lasciare fuori i migliori. Il portale Tecnica della Scuola ne ha raccolte parecchie, come quella di Germana, che denuncia: ”La complessità della storia ridotta a risposte univoche formulate in modo contorto e capzioso, al punto da essere talvolta del tutto prive di senso e con lo scopo evidente di indurre in errore”.
Anche quando si ha avuto la fortuna di incontrare un argomento congeniale, molto spesso il quesito è stato posto in modo equivoco: “Spinoza lo avevo spiegato pochi giorni prima ed è, per altro, uno dei miei filosofi preferiti. Non riuscivo a cogliere le sfumature tra le diverse opzioni, un abuso della parola “affezione” e di complicate subordinate che intricavano il discorso”, racconta Marta.
E c'è pure chi non perde l'occasione per lanciare un rimprovero direttamente al Ministro Bianchi: ”Ora - si domanda Luca - che senso ha equiparare le conoscenze al nozionismo, per giustificare lo smantellamento della scuola della conoscenza, come fa incredibilmente il ministro Bianchi, e poi organizzare concorsi basati sul più bieco nozionismo”.
Migliaia di docenti, per fare fronte comune, si sono riuniti in vari gruppi Facebook, scambiandosi pareri e impressioni dopo lo svolgimento della prova. "Un terno al lotto" commenta uno dei partecipanti, “Sembrava più un calderone di cavilli che un esame atto a dimostrare le nostre competenze” scrive qualcun altro perplesso. E c'è anche chi parla di “prova preselettiva mascherata” .
E alla protesta si unisce persino chi la prima fase del concorso l’ha superata. Come un’aspirante insegnante di Inglese che, per avvalorare quanto detto dai suoi colleghi, riporta sui social i quesiti proposti, in cui venivano chieste nozioni legate alla storia, cultura e letteratura di Paesi stranieri a parer suo decisamente al di fuori del raggio d'azione di un docente italiano, come Nigeria, Pakistan e Ghana.
Non manca, infine, una buona dose di sarcasmo. Su Twitter, ad esempio, c’è chi ironicamente si chiede se “al Ministero qualcuno abbia mai messo piede in una scuola”. Ma anche chi si dice decisamente scoraggiato per una situazione dal quale non sembra esserci via di scampo: ”Conviene mantenerci precari che assumerci, dandoci valore e stabilità”.
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