"L'Ucraina sta attentamente prendendo in considerazione la questione della neutralità". Lo ha affermato il premier ucraino, Voldymyr Zelensky, nell'intervista rilasciata ad alcuni media russi diffusa da Meduza malgrado il divieto di Mosca. Zelensky è poi tornato a sferzare l'Occidente con la richiesta di un maggiore sostegno militare, accusando gli alleati di non avere abbastanza "coraggio" quando si tratta di difendere l'Ucraina.
"Servono caccia e artiglieria pesante" - Messa da parte la richiesta della no-fly zone, sempre ritenuta decisiva da Kiev per la resistenza e sempre esclusa dalla Nato per le ripercussioni di un confronto armato diretto con la Russia, Zelensky ha chiesto l'invio urgente di caccia e artiglieria pesante, senza i quali la guerra non potrà essere vinta. E, per farlo, ha evocato lo spettro della caduta della città diventata il simbolo dell'assedio, soffocata da settimane di bombardamenti e con duecentomila abitanti intrappolati e allo stremo, ma ancora capace di respingere gli invasori.
"Altrimenti Mariupol finirà inevitabilmente in mani nemiche" - Senza nuove e più decisive forniture militari, ha avvisato, Mariupol finirà inevitabilmente in mani nemiche, aprendo alla Russia quel corridoio tanto ambito con cui collegare le regioni sotto il suo controllo del Donbass e della Crimea. "L'Ucraina - ha sottolineato amaro il suo presidente - non può abbattere i missili russi con fucili e mitra".
"Chi guida la comunità euroatlantica?" - L'appello non risparmia i toni a tratti provocatori cui ha abituato gli alleati. "Chi guida la comunità euroatlantica? E' ancora Mosca, attraverso l'intimidazione?", ha chiesto Zelensky. "Il prezzo per la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa è piuttosto preciso: aerei e tank, sistemi missilistici di difesa e armi antinave per la nostra nazione. Sono cose che i nostri partner hanno, coperte di polvere nei loro magazzini. Tutto questo serve per la libertà non solo dell'Ucraina, ma dell'Europa", ha insistito, ribadendo di chiedere "solo l'1% di tutti gli aerei della Nato e l'1% di tutti i carri armati".
"L'Occidente continua a giocare a ping-pong" - Un numero che, nella sua retorica, torna a ripetersi. "Ho parlato con i difensori di Mariupol. Se solo coloro che da 31 giorni stanno pensando come mandarci aerei e tank avessero l'1% del loro coraggio". Il leader di Kiev ha anche commentato la visita di Joe Biden in Polonia e gli incontri del presidente americano con il governo di Varsavia. Colloqui che, ha detto, "hanno riguardato quello di cui abbiamo effettivamente bisogno". Eppure, l'Occidente continua a "giocare a ping-pong per decidere chi dovrebbe mandare i jet".
La prima intervista di Zelensky ai media russi è diventata un caso - Per la prima volta dall'inizio del conflitto, intanto, Zelensky ha rilasciato un'intervista a media russi, per lo più di opposizione, che è subito diventata un caso. I reporter con cui ha parlato per circa due ore in videoconferenza - il caporedattore di Meduza, Ivan Kolpakov, il caporedattore di Dozhd Tv, Tikhon Dzyadko, lo scrittore e giornalista Mikhail Zigar e il corrispondente di Kommersant, Vladimir Solovyov - avevano promesso di pubblicare l'intera conversazione, senza censure.
Il niet di Mosca non è servito a bloccare la pubblicazione - Nel frattempo è arrivato il temuto niet dell'ente regolatore di Mosca, che ha diffidato i media dal trasmettere o pubblicare le dichiarazioni del leader di Kiev, aprendo un'indagine nei confronti dei giornalisti coinvolti. Ma poi, sul sito di opposizione Meduza, che ha la sua base in Lettonia, è apparsa l'intervista integrale, con tanto di video, sotto un titolo inequivocabile: "Questa non è solo una guerra. E' molto peggio". Il leader ucraino vi dice, tra l'altro, che la questione della "neutralità" di Kiev viene "attentamente considerata".
"Profonda spaccatura con la Russia, difficile da superare" - "Dopo l'inizio dell'aggressione armata della Federazione russa contro l'Ucraina, c'è stata una profonda spaccatura storica e culturale tra ucraini e russi, che difficilmente verrà superata nei prossimi anni", ha dichiarato Zelensky nell'intervista rilasciata ai media russi. "Di denazificazione e smilitarizzazione non ne discutiamo affatto" con Mosca, "ho detto che non ci sediamo affatto a un tavolo se parliamo di qualche 'smilitarizzazione', o di qualche 'denazificazione'", ha aggiunto.
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