Lo stile di vita contemporaneo impone ritmi quotidiani frenetici a cui difficilmente ci si può sottrarre. La giornata di gran parte di noi è zeppa di cose da fare: lavoro, famiglia, casa, impegni personali e perfino le occasioni di relax finiscono per essere programmate. Per questo motivo essere multitasking, cioè saper portare avanti più attività contemporaneamente, risulta al giorno d’oggi sempre più importante.
Multitasking è una parola molto usata, ormai entrata a far parte del nostro vocabolario, che indica l’abilità di ottimizzare il proprio tempo riuscendo anche a cogliere nuovi stimoli e attività: Babbel, azienda specializzata per l’apprendimento delle lingue, ha quindi deciso di indagare il rapporto degli italiani con il multitasking commissionando una ricerca a Censuswide.
Secondo quanto emerso dall'indagine, il 76% degli italiani è propenso a vivere ritmi intensi gestendo più attività contemporaneamente. Tra le generazioni, i Millennials sono i più dinamici, con la percentuale che sale fino all’81%, mentre sono i più giovani, gli esponenti della cosiddetta Gen Z, ad essere meno inclini a una vita intensa, il 70%.
Gli italiani si autocelebrano, ma la mamma vince su tutti: gli intervistati hanno mostrato grande considerazione delle proprie capacità di gestione, tanto che il 39% degli intervistati dichiara di non conoscere nessuno più multitasking al di fuori di sé stesso. In generale, le donne sembrano trovarsi particolarmente a proprio agio con questo aspetto: solo l'11% identifica il multitasking come una fonte di stress, dato che sale al 15% per gli uomini. Dopo di sé, solo la mamma è vista come la persona più multitasking in assoluto, raccogliendo il 21% delle preferenze, mentre i papà si fermano al 6%. L’unica figura a poter competere con la madre sembra essere quella del partner: per gli uomini sono quasi sullo stesso piano.
Le chiavi per un multitasking di successo: organizzazione e auto consapevolezza sono fondamentali per gestire più cose insieme. Per oltre la metà degli intervistati è importante saper scegliere le giuste priorità e trovarsi nel contesto adatto, mentre per un terzo di loro prevale la capacità di darsi dei limiti, senza voler pretendere la perfezione da sé stessi.
Tra empatia e soddisfazione personale: non riuscire a portare a termine tutti i compiti, rischiando così di deludere le aspettative, è per il 26% degli intervistati l’aspetto più negativo del multitasking. Se si guarda alle motivazioni, il dualismo tra aspetti psicologici e senso pratico indirizza anche le opinioni sui benefici del multitasking: per le donne è importante la soddisfazione personale (37%), avere risultati di lungo periodo che si raggiungono grazie a piccoli traguardi quotidiani, il tempo risparmiato (20%) ed una maggior fiducia in sé stesse (11%) derivante dal saper gestire situazioni complesse.
Attese e pendolarismo, un rapporto complicato: in un mondo che va costantemente di fretta il tempo diventa un lusso. Tra le situazioni più detestate, l’aspettare in coda è quella in cui si ha la percezione di sprecare maggiormente il proprio tempo (32%). Anche gli spostamenti in città (che siano in macchina o sui mezzi pubblici) sono una perdita di tempo quotidiana, che porta il pendolarismo al secondo posto nella classifica. Il podio tra le attività a maggior perdita di tempo è completato dalle faccende di casa, scelte dall’11% dei partecipanti.
Attività domestiche e spostamenti, il trionfo del multitasking: analizzando il quotidiano, sono proprio i momenti dedicati alla gestione della casa quelli in cui gli italiani si scoprono maggiormente produttivi. Dai piatti al bucato, questi sono i momenti che meglio si prestano all’opportunità di arricchire il proprio bagaglio culturale o professionale: quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di ascoltare podcast, mentre il 32% sceglie di seguire un webinar. Chi si trova in smartworking e deve destreggiarsi tra la sfera familiare e professionale sfrutta le pause per dedicarsi alle faccende di casa (35%), mentre il 25% lavora ascoltando musica. Sui mezzi pubblici poi gli italiani sono particolarmente connessi: il 12% ascolta musica, l’11% segue un webinar, stessa percentuale di chi utilizza i social, mentre il 9% guarda la TV on demand e il 6% usa app per giocare. Infine, il 14% ne approfitta per lavorare.
Vacanze in vista o nuove opportunità di lavoro? Meglio studiare le lingue! Per la maggioranza degli italiani (84%) la flessibilità nelle opzioni di apprendimento è fondamentale per riuscire a conciliare lo studio di una lingua straniera con la propria routine. Le situazioni ideali per migliorare le proprie competenze linguistiche sono le faccende domestiche o gli spostamenti in città, scelte dal 34% degli intervistati, ma il desiderio di apprendimento di una nuova lingua non conosce confini: il 21% studierebbe perfino nel bagno.