Sono sempre più frequenti le notizie di ritrovamenti di telefoni cellulari all'interno delle carceri italiane: spesso questi telefoni vengono consegnati ai detenuti con dei droni in grado di aggirare il divieto di volo. "Striscia la notizia" ha provato a far luce sulla questione scoprendo in Rete diversi tecnici che offrono, tra i loro servizi, la possibilità di apportare ai droni modifiche legate al divieto di volo sulle "No Fly Zone" (presenti per esempio su basi militari e carceri) o ai limiti di altezza.
Uno di questi tecnici non credendo di esser ripreso, ha svelato il proprio tariffario: "Rimuovendo la No Fly Zone - ha spiegato l'uomo - il drone può volare anche dove non dovrebbe, così invece riesce ad alzarsi in volo. Con l'eliminazione della No Fly Zone, l'importo è sugli 80 euro". E aggiunge: "Se ho paura di farlo? No, nessuno controlla queste cose ma ovviamente nell'eventualità non mi assumerei la responsabilità". Una volta raggiunto di persona da Luca Abete, l'uomo ha risposto così alle domande dell'inviato di "Striscia": "Io faccio le modifiche, non faccio l'assistenza - ha detto - io metto a disposizione questo servizio, poi il problema è di chi decide di volare".