La foto mentre allatta la sua bambina sul letto di ospedale, con la testa fasciata e sul volto i segni dei bombardamenti, è diventata uno dei simboli della guerra in Ucraina. Olga parla per la prima volta e racconta cosa è accaduto la mattina del 18 marzo a Kiev e come è riuscita a salvare sua figlia di appena un mese, proteggendola con il proprio corpo. La video-intervista è stata realizzata da Konstantin Golinchenko e pubblicata sulla pagina Instagram dell'ospedale Ohmatdit, dove sono ricoverate lei e la bambina.
"Io ho 27 anni e Vittoria ha quasi un mese e mezzo", dice, guardando la figlia. "La notte tra il 17 e il 18 marzo, a Kiev, ci sono stati forti bombardamenti. Ci sembravano vicini, ma bombardano da giorni, quindi non dico che ci eravamo abituati però sicuramente ci eravamo rassegnati", racconta.
"La mattina io e Vittoria ci siamo svegliate come sempre, le ho fatto il bagnetto. Per allattarla mi piace portarla nel lettone con me, prenderla in braccio e stringere le gambe al petto, così come sono adesso", aggiunge, indicando la sua posizione semi seduta nel letto di ospedale, con la figlia in braccio e le ginocchia piegate. "Grazie a questa posizione, quando hanno bombardato, sono riuscita in un istante a piegarmi su di lei, salvandole la vita. Se lei non fosse stata in braccio a me, se fosse stata nel suo lettino, penso che l'epilogo di questa storia sarebbe stato diverso. Non riesco nemmeno a immaginarlo", spiega Olga che torna con la mente agli istanti terribili dopo il bombardamento.
"Non abbiamo pensato subito a chiamare l'ambulanza, ma come prima reazione siamo usciti dall'appartamento, volevo metterla in salvo. Io avevo una ferita alla testa e grondava sangue che colava su di lei. In quel momento non riuscivo a capire che fosse sangue mio, pensavo che fosse il suo e continuavo a gridare", dice.
Lei e la bambina, poi, sono state aiutate da alcuni vicini che le hanno fatte salire sulla prima ambulanza arrivata nel palazzo: "Ci hanno portate qui, ci hanno visitate. Vittoria sta bene, ha solo un graffio su una guancia e qualche livido". Alla domanda su come stia lei invece, visto che ha riportato diverse ferite, Olga risponde: "Bene, se lei sta bene, io sto bene. Le mie ferite guariranno".
Una volta dimesse dall'ospedale, Olga e il marito Dmytro cercheranno di lasciare Kiev, insieme alla loro bambina. "Non l'abbiamo fatto finora perché avevamo paura di affrontare un viaggio del genere con lei così piccola. Quando è iniziato tutto aveva solo due settimane. Ora però è arrivata l'ora di andare via, ci proveremo".
La storia - Olga e suo marito Dmytro sono rimasti feriti a causa di un attacco russo a Kiev. Invece, la loro bimba, di appena un mese, è rimasta illesa grazie all'istinto protettivo di sua madre che le ha fatto da scudo con il proprio corpo. Lo scatto del momento in cui Olga allatta la figlia dal suo letto di ospedale - pubblicata dall'ospedale Ohmatdit Children's - ha fatto il giro del web.
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