Perfectly Imperfect è la nuova collezione di intimo inclusiva al 100%, confezionata con fibre sostenibili all Made in Italy, presentata da Pompea in collaborazione con la modella, influencer e attivista Giulia Accardi.
Una nuova generazione di lingerie, pratica e confortevole, che si adatta perfettamente ad ogni corpo femminile, accarezzandone le forme e trasmettendo l’invito ad amarsi senza riserve, nella propria perfetta imperfezione. Da lungo tempo impegnata nella lotta al body shaming, Giulia Accardi è il volto cult di questa rivoluzione intima.
La collezione è il risultato di una perfetta alchimia tra materiali green e performanti perché, al giorno d’oggi, comfort e sostenibilità sono due temi di massima attualità, fortemente legati ad un concetto più ampio di lusso e benessere psicofisico.
La modella-battagliera, siciliana, classe 1992, ha scelto di disegnare una linea che privilegia un design asciutto e ricercato, promuovendo al tempo stesso una vestibilità personalizzata, che rispetti la sinuosità del corpo di ogni donna.
Quattordici capi, disponibili in diverse varianti colore, per un totale di 42 pezzi dalla S alla XXL per valorizzare la bellezza in tutte le sue forme.
Chi è Giulia Accardi? Qual è il tuo personale rapporto con il mondo della moda? (Giulia Accardi)
Giulia Accardi: Sono una modella, imprenditrice e attivista, da poco anche autrice di libri; ho pubblicato recentemente “Il Potere dell’Imperfezione” – a cui spero seguiranno altre mie pubblicazioni – in cui racconto come abbia imparato a non essere come gli altri mi vogliono. Attraverso i miei canali social e la mia voce cerco di manifestare il mio pensiero che pone al centro l’inclusione a 360°: il rispetto per me viene prima di tutto, per le persone ma anche per gli animali, che amo moltissimo. Il mio rapporto con la moda è complesso, possiamo forse parlare di amore e odio. Essere una modella inizialmente non è stato facile. L’inclusività era un atteggiamento totalmente sconosciuto e spesso mi sono sentita giudicata. In un secondo tempo le cose sono decisamente cambiate, anche grazie ad alcuni brand che hanno cominciato a fare posto alle donne “normali”. Credo comunque che l’unica ricetta valida rimanga quella di sviluppare autostima e consapevolezza per non permettere agli altri di definirci, cadendo nel tunnel della frustrazione. Alla moda devo comunque molto, ho potuto incontrare designer “illuminati”, che mi hanno fatta crescere grazie alla loro creatività e a loro va tutta la mia gratitudine. Inoltre, la moda mi appassiona da sempre; amo giocare con gli accessori, l’eleganza del nero e l’allegria del color block.
Perché Pompea ha scelto di lavorare a quattro mani con Giulia Accardi per portare avanti questo nuovo progetto? Come è nata la vostra collaborazione?
Alan Garosi (ndr Head of Strategic Marketing del Gruppo Fulgar, eccellenza Made in Italy nel settore dei filati innovativi ed ecosostenibili): Avevamo già avuto modo di collaborare con Giulia e di apprezzarla in passato in occasione del primo evento di lancio del suo brand Perfectly Imperfect, che abbiamo orgogliosamente sostenuto: un’esortazione ad amare se stesse (e se stessi) per come natura comanda. Un movimento nato per normalizzare il concetto di diversità, sia dell’aspetto fisico sia delle preferenze sessuali, incentrato sull’importanza del valore interiore del singolo individuo, sull’accettazione e la percezione di sé, ma soprattutto aspramente contrario al fenomeno del body shaming. Oggi i nuovi valori di Pompea passano attraverso l’inclusività in senso ampio e Giulia da sempre sposa questa causa, per questo possiamo parlare di un progetto che si è sviluppato in maniera quasi del tutto naturale…
Quando e com’è nata la collezione Perfectly Imperfect?
AG: L’idea della collezione è nata la scorsa primavera, il team di designer - all Made in Italy - di Pompea e Giulia hanno lavorato tutta l’estate per realizzare una serie di pezzi che non solo dovevano essere belli ma soprattutto confortevoli, oltre che in grado di esaltare la naturale silhouette di ogni donna.
Come mai la lingerie? Giulia, che posto occupa l’intimo nel tuo guardaroba e, più in generale, in quello della donna di oggi?
GA: In realtà si tratta di una collezione crossover che spazia dall’intimo all’activewear, penso per esempio al pantaloncino, al top e allo scaldacuore: può essere considerata quasi una linea loungewear. Se per lavoro spesso vesto elegante, confesso di avere una propria passione per i pezzi casual, che prediligo nel tempo libero. In generale mi piace moltissimo l’intimo, che considero un po’ la carta vincente, come i tacchi e il rossetto rosso. Mi piacciono gli strumenti di empowerment femminile, la sensazione di benessere che deriva dal sapere di indossare sotto gli abiti un completo coordinato…una donna che si sente bella è anche più sicura nelle relazioni personali e lavorative. Avendo un seno importante però non è sempre facile per me trovare l’intimo giusto. Per questo, con il team interno di Pompea, abbiamo lavorato ad una collezione che accarezzi le forme del corpo femminile, senza lasciare fastidiosi segni sulle spalle. Questa nostra linea, pensata anche per le donne più dinamiche, si è rivelata davvero super confortevole.
Che importanza assumono Made in Italy e scelta dei materiali nell’ambito di questa collezione?
AG: La scelta dei materiali è fondamentale. Infatti, per l’intera collezione si è deciso di lavorare con due leader nell’ambito dei filati preformati e sostenibili. Da un lato Lycra ® Adaptiv, che permette di superare il concetto convenzionale di taglia e si adatta al corpo senza stringere, dall’altro la fibra riciclata Q-Nova®, prodotta completamene in Italia da Fulgar, che risponde a rigidi requisiti di tracciabilità.
Quale messaggio avete voluto trasmettere con Perfectly Imperfect?
AG: La campagna di lancio del progetto, iper-femminile e illuminata da differenti shade di rosa, credo chiarisca al meglio il messaggio che desideravamo veicolare. Le immagini si contraddistinguono per l’utilizzo di specchi deformanti e giocano sull’alternanza di piani, invitando a guardare i propri corpi con amore. È un vero e proprio invito a sospendere il giudizio, sorvolando su quelli che vengono considerati i propri difetti.
GA: Esattamente! La campagna vuole essere un invito ad andare oltre le apparenze. L’immagine in primo piano è quella reale, mentre lo specchio ne restituisce una completamente deformata. Dovremmo sforzarci di evitare di cadere nel tranello dello specchio, perché, in fondo, siamo tutti Perfectly Imperfect!
Come si manifesta, oggi anche in questo nuovo progetto, la vostra lotta contro il body shaming?
AG: Perfectly Imperfect appartiene a una nuova generazione di lingerie a tutto comfort, che si adatta perfettamente a ogni corpo ma, soprattutto, vuole essere un invito ad amarsi senza riserve. Abbiamo cercato di declinare questo concetto in maniera clean e comprensibile perché consideriamo la lotta contro il body shaming una priorità.
GA: Personalmente mi auguro che la lotta al body shaming evolva in maniera spontanea e che, quindi, si spengano i riflettori perché si è giunti, in qualche modo, a una nuova normalizzazione del concetto di diversità. Quando non ci sarà più bisogno, per esempio, di precisare se una modella è curvy o meno, saremo sicuramente più vicini all’obiettivo.