Alla Terra non piace far confusione e anche la primavera segue un orologio ben preciso. Almeno sulla carta.
Quest’anno l’equinozio che ci farà dire addio all’inverno cade proprio oggi, domenica 20 marzo alle 16:33. Già, perché l’evento ha anche un’ora precisa, il momento in cui il Sole si trova esattamente allo zenit dell’equatore. Eppure da qualche anno la primavera sembra non voler più badare all’orologio né tantomeno al calendario e la colpa ancora una volta è dei cambiamenti climatici.
La stagione calda anche nel 2022 ha fatto visita con settimane di anticipo, con temperature alte già a febbraio e zero pioggia per quasi tre mesi. Hanno stupito le immagini dei ciliegi in Giappone colorati di rosa prima del previsto, così come i più vicini mandorli in Sicilia sbocciati a gennaio e le mimose in Liguria pronte per essere colte con 40 giorni di anticipo.
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Se la notizia fa gioire gli amanti del caldo, a soffrire invece è la natura. Una primavera anticipata minaccia infatti di compromettere la salute degli ecosistemi di tutto il mondo.
Rispetto ai decenni passati il periodo di fioritura arriva molto prima, tanto da essere allarmante. Al risveglio di piante e fiori è legato tutto il mondo animale, che rischia di non riuscire più a sincronizzarsi e ad adattarsi. In più, dopo le ondate di caldo anomalo tornano spesso dei giorni di freddo, che rischiano di uccidere tutto quello che è nato troppo presto. Un altro tiro a segno della crisi climatica.
Se la temperatura globale continuerà a salire, segnare l’equinozio sul calendario rischia di diventare una pura formalità.