"Noi sappiamo come è andata. Bisogna accertare e condannare chi è stato negligente. Nessun altro genitore deve provare il dolore che è capitato a noi, chiedo più sicurezza". Ha parlato così alla vigilia dei funerali, Carmine Visciglia, il papà di Ludovica, la 15enne che il giorno del suo compleanno è morta, sbalzata da una giostra, nel lunapark di Galliate, nel Novarese. "L'ho trovata a terra e l'ho stretta tra le braccia", ha raccontato l'uomo a Il Corriere della Sera. "Anche in Paradiso ci sono le giostre, ma non fanno male... perché sono fatte di nuvole", ha detto nell'omelia delle esequie il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla.
"Quando siamo arrivati non si muoveva, - ricorda a Il Corriere della Sera papà Carmine, che con la moglie aspettava Ludovica in un bar per il taglio della torta a mezzanotte. - Era viola in volto. Subito abbiamo pensato si fosse fatta male e che avesse bisogno di essere soccorsa. Ma una volta lì l’abbiamo vista a terra. Da sola. Tra il sangue. L’ho anche stretta tra le mie braccia per rassicurarla. I medici le hanno fatto il massaggio cardiaco. E' stato inutile".
"Ciò che è accaduto - conclude il genitore - non dovrebbe capitare a nessuno. Chiediamo più controlli. Non vogliamo più sentire di bambini in pericolo sulle giostre a causa della negligenza di altri".
Intanto, a dare l'ultimo saluto alla giovane, nella palestra dell'oratorio S.Giuseppe di Trecate (Novara), paese natale della 15enne, oltre un migliaio di persone. Fuori della struttura tantissime le persone che non hanno trovato posto all'interno. Tanti i giovani con palloncini bianco celesti. Accanto ai genitori della ragazza, in prima fila c'erano i compagni di scuola del Liceo Classico Carlo Alberto con fiori bianchi e azzurri.
Sul fronte delle indagini, infine, dopo la conferma dell'autopsia che il decesso è avvenuto per trauma cranico, le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono diverse: guasto tecnico della giostra, una errata manovra o un posizionamento non regolare. Saranno anche acquisite le planimetrie del luna park. Il Tagadà, che resta sotto sequestro, era posizionato vicino a degli alberi e anche questo aspetto è vagliato dagli investigatori. Nei prossimi giorni saranno acquisite altre testimonianze.