"Sono arrivati nel mio ufficio, armati dalla testa ai piedi, mi hanno letto un ordine di arresto e mi hanno detto 'ti mettiamo in carcere perché finanzi i nazionalisti'. Poi mi hanno messo un sacco sulla testa e mi hanno portato via". A "Quarto Grado" parla Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol, rapito dai soldati russi e messo in prigione, in arresto preventivo, per sei giorni.
"Non mi hanno picchiato, ma c'era una tensione forte. Non serve la violenza fisica, quando c'è quella psicologica", racconta il primo cittadino. "Ero completamente isolato dal mondo".
All'origine del rapimento, secondo Fedorov, l'organizzazione di una serie di proteste che avrebbero preoccupato i russi. "Partecipavano duemila/tremila persone. Ci puntavano i cannoni contro, ma noi non avevamo paura", ricorda.