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Caso Resinovich, inquirenti: il Dna di Liliana su sacchi, cordino e bottiglia avvalora la tesi del suicidio

A “Mattino Cinque” le ultime novità sulle indagini: si attendono gli esiti degli esami botanici  

Gli esami botanici chiariranno se Liliana Resinovich è arrivata da sola nel boschetto, dove è stato trovato il suo corpo il 5 gennaio scorso. Se, invece, sulla suola zigrinata delle scarpe della donna non si dovessero trovare frammenti di terriccio, secondo gli investigatori, vorrebbe dire che il corpo è stato trasportato in un secondo momento. Se la donna il 14 dicembre scorso avesse raggiunto da sola il luogo del ritrovamento, dovrebbe per forza esserne rimasta traccia sulle suole.

 

Gli inquirenti propendono sempre di più verso la tesi del suicidio, soprattutto, dopo che è stato individuato il Dna della donna sui sacchi neri, sul cordino che stringeva il sacchetto intorno alla sua testa e su una bottiglia. 

Tutti gli elementi trovati sulla scena presentano tracce del suo Dna e anche l’esame autoptico ha segnalato l'assenza di segni di violenza, che farebbe escludere l'ipotesi di un omicidio.

L'atteso esito degli esami botanici potrebbe fare ulteriore luce sul caso.

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