Che ne direste di partecipare a un gioco in cui le regole siano diverse da giocatore a giocatore? Eppure è quel che accade in Italia con lʼassicurazione di chi va in moto. Per le compagnie italiane esiste da qualche tempo la “CARD” ‒ Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto ‒ che invece le compagnie assicuratrici straniere possono non applicare.
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Il nuovo ddl Concorrenza, allʼarticolo 27, vorrebbe eliminare questa discrepanza, obbligando le compagnie estere ad applicare la CARD. Ma i costruttori moto italiani riuniti nellʼANCMA e alcune associazioni dei consumatori sono però contrari e promettono battaglia in Parlamento! Ci sarebbe infatti il rischio di un aumento delle polizze, perché il risarcimento diretto questo ha prodotto e non conviene ampliarlo. Durante unʼaudizione al Senato, in Commissione Industria, ANCMA ha presentato uno studio secondo il quale il prezzo di una polizza moto CARD è in media superiore dellʼ84% rispetto a una polizza “no CARD” stipulata per lo stesso veicolo.
La conferma arriva anche da uno studio commissionato da ANCMA allʼUniversità Luiss, dove si afferma inoltre che lʼincidentalità in moto non si presta al risarcimento diretto. Con questo, la vittima di un incidente riceve subito il risarcimento dalla propria compagnia assicurativa e non da quella del colpevole, che poi rimborsa a forfait lʼassicurazione della vittima. Inoltre, sempre secondo la Luiss, chi va in moto è soggetto a farsi male in un incidente più di chi va in auto (98 infortuni su 100 incidenti, mentre sono 65 su 100 per le auto) e questo aumenta il costo dei risarcimenti e, di conseguenza, delle polizze.
In questi tempi di “caro tutto”, dalla benzina ai generi di prima necessità, proprio non si sente il bisogno di assicurazioni più onerose. ANCMA chiede allora che le compagnie straniere continuino a vendere polizze “NO CARD” per le moto, e soltanto per le motociclette, oppure, affinché le regole siano eguali per tutti, anche le imprese assicuratrici italiane possano scegliere se aderire o no al risarcimento diretto, come già accade in Francia. E il regime della Concorrenza sarebbe salvo lo stesso.