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Caravaggio, Scuderie del Quirinale

A Roma 25 dipinti per il 4° centenario

Caravaggio
Roma, Scuderie del Quirinale
20 febbraio – 13 giugno 2010

Caravaggio non dipinse molto in vita sua. Perché la vita prese spesso il sopravvento sull’arte. E nonostante ciò, nel corso dei secoli sono state attribuite a Michelangelo Merisi molte opere. Per alcuni troppe, per altri semplicemente dubbie.

La mostra alle Scuderie del Quirinale  vuole offrire al pubblico solo e soltanto la produzione certa, la  summa  indiscutibile del Maestro. Una carrellata di quadri straordinari, perché straordinaria è la tecnica, la visione e l’innovazione di Caravaggio nell’arte che ne hanno  fatto un pittore unico, perché nessuno prima e dopo di lui ha saputo “dare luce al buio”.

L’esposizione è Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, organizzata dall’ Azienda  Speciale  Palaexpo  in  coproduzione  con MondoMostre, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Roma, con il supporto di Cariparma.

L’intera carriera artistica di Caravaggio è rappresentata lungo i due piani espositivi delle Scuderie in un percorso che non è strettamente cronologico, ma teso ad esaltare il confronto tra tematiche e soggetti uguali. Così accanto al  Ragazzo con il canestro di frutta,  una delle più importanti opere giovanili, si vedrà il Bacco degli Uffizi, dove Caravaggio dipinse un’altra eccelsa natura morta, due opere che mai sono state messe prima a confronto diretto, senza contare l’eccezionale presenza della Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana, mai uscita prima dalla sua sede.

Questo  confronto diretto tra  soggetti caravaggeschi vuole essere il  fil rouge  della mostra. 

Accanto a opere conosciutissime e ben visibili Ð come le due versioni della Cena in Emmaus rispettivamente dalla National Gallery di Londra e dalla Pinacoteca di Brera o ancora i Musici dal Metropolitan Museum di New York con il Suonatore di liuto dallÕErmitage e lÕAmore vincitore dalla Gemaldegalerie di Berlino o le tre versioni del San Giovanni Battista rispettivamente dai Musei Capitolini e dalla Galleria Corsini di Roma, e dal Nelson-Atkins Museum di Kansas City - altre pi rare e di difficoltosa visione, perchŽ raramente concesse per mostre a carattere temporaneo, come la Deposizione dai Musei Vaticani, lÕAnnunciazione dal Museo di Nancy, restaurata per l'occasione in un progetto congiunto Italia-Francia o anche l'Incoronazione di Spine dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Una carrellata composta unicamente di capolavori assoluti e storicamente accreditati come autografi del Caravaggio e mai visti assieme, riuniti alle Scuderie del Quirinale, per celebrare il quattrocentesimo anniversario della morte di Michelangelo Merisi.

Ma anche Roma come sede ideale della antologica quasi completa delle opere di Caravaggio: le opere scelte per la mostra, infatti, provengono quasi tutte da musei fuori cittö per permettere al pubblico di ammirare, oltre che alle Scuderie, le opere in situ, nelle varie chiese per le quali furono commissionate, radunando a Roma la quasi totalità della produzione artistica del Caravaggio ed i percorsi caravaggeschi.

Dal punto di vista degli studi scientifici, l'esposizione, con i commissari Rossella Vodret, Soprintendente Speciale per il Polo Museale Romano, e Francesco Buranelli, intende fare il punto sulla messe di scritti filologici, documentari e tecnico-scientifici degli ultimi vent'anni.

Il catalogo, edito da Skira, nasce quindi dal confronto con gli studiosi del Caravaggio e con i membri del Comitato Nazionale per le celebrazioni caravaggesche - ricordiamo che il 2010 è l'anno del quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi - presieduto da Maurizio Calvesi. Al suo interno si troveranno le schede dettagliate di ogni opera esposta, ciascuna a cura di un eminente studioso, e con il respiro ampio del saggio.

In occasione della mostra, i Servizi educativi-Laboratorio d'arte di Scuderie del Quirinale propongono "Luce in scena!", visita animata e laboratorio per conoscere il linguaggio del "pittore della luce tenebrosa".
In programma attività per bambini dai 3 agli 11 anni tutti i fine settimana (Info: 06.39967500; www.scuderiequirinale.it).

 

Caravaggio

Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica 
In collaborazione con: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano 
Promotori:
Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Azienda Speciale Palaexpo, Fondazione Roma, MondoMostre
Organizzazione: Azienda Speciale Palaexpo e MondoMostre

Sede: Roma, Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio, 16

Periodo:
20 febbraio 2010 – 13 giugno 2010Orari: da domenica a giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.30.
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura. 

Sito internet: www.scuderiequirinale.it e www.mondomostre.it 

Informazioni e prenotazioni: singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06.39967500; scuole 06.39967200 

Costo del biglietto di ingresso: Intero: € 10 - Ridotto: € 7.50

Curatori:
Rossella Vodret, Francesco Buranelli

Ideata da: Claudio Strinati

Catalogo: Skira

Main sponsor: Cariparma

Sponsor: Skira

Sponsor tecnici: Bettoja Hotels, Pierreci, Roma Multiservizi; Dimensione Suono 2  Vettura ufficiale: Toyota

Partner tecnologico: Accenture

Uffici stampa:


Azienda Speciale Palaexpo
Barbara Notaro DietrichTel. 06.48941212 - b.notarodietrich@palaexpo.it
PiergiorgioParis -
Tel : 06.48941206 - p.paris@palaexpo.it

MondoMostre
Sveva Fede - Tel. 06.6893806 - ufficiostampa@mondomostre.it
Rossano Borraccini  - Tel. 06.6893806 -  ufficiostampa@mondomostre.it

SCUDERIE DEL QUIRINALE
Via XXIV Maggio 16
00187 ROMA
Tel.
+39 0639967500 - +39 06696271
info@scuderiequirinale.it www.scuderiequirinale.it

Presentazione della mostra

di Antonio Paolucci

Quest'anno cade il quarto centenario dalla morte di Michelangelo Merisi detto, dal paese di origine della sua famiglia, "il Caravaggio". Vale la pena di rievocare gli episodi che precedono la sua tragica fine.

Nell'Ottobre del 1608 il pittore riesce ad evadere dal carcere di Malta. Fra Alof de Wignancourt, Gran Maestro dell'Ordine, dopo averlo ricoperto di onori, nominato Cavaliere e incaricato di importanti commissioni per la cattedrale di La Valletta (il San Gerolamo, la Decollazione del Battista) ora lo odia e vuole la sua morte. Le ragioni in parte le conosciamo, in parte possiamo immaginarle. Caravaggio era venuto a furibonda lite con un Cavaliere di Giustizia il potente aristocratico Gerolamo Verays. Forse aveva commesso qualcosa di ancora più grave. Forse il Wignancourt era stato informato dei precedenti penali del pittore: processi, duelli, ferimenti e persino un omicidio con conseguenti condanne di galera e di bando. Fatto sta che Caravaggio viene espulso dall'Ordine "tamquam membrum putridum et foetidum" e cacciato in prigione in attesa di giudizio.

Il Merisi riesce a lasciare Malta dopo una rocambolesca fuga e ad approdare in Sicilia. Gli ultimi due anni della sua vita (1608-1610) saranno un peregrinare affannoso e tuttavia costellato di capolavori fra Siracusa (Seppellimento di Santa Lucia) Messina (Adorazione dei Pastori) Palermo (Natività) e Napoli dove sfugge a un attentato dei sicari di Wignancourt che lo lasciano malamente sfregiato al volto.

Ormai Caravaggio è un uomo finito. Braccato dai suoi nemici, consumato dalle febbri malariche, si imbarca a Napoli. Sperava di tornare a Roma e di ottenere il perdono dal papa e la remissione del bando di esilio. La morte lo colse solo, privo di ogni umana assistenza, nel presidio spagnolo di Porto Ercole, vicino a Grosseto, dove l'imbarcazione che lo portava era stata trattenuta. Era il 18 Luglio 1610. Caravaggio non aveva ancora quaranta anni.

Dieci giorni dopo, alla corte pontificia di Roma, dove qualcuno si stava adoperando per ottenere il perdono giudiziale, arriva la fatale notizia: "Si è avuto avviso della morte di Michel Angelo Caravaggio, pittore famoso et eccellentissimo nel colorire et ritrarre dal naturale".

Quel pittore "famoso" ed "eccellentissimo" che mutò l'arte del "ritrarre dal naturale" come ben sapeva l'estensore della nota sopra citata; che insegnò all'Italia e all'Europa la grande e moderna rivoluzione del Vero visibile svelato dalla luce come sa ognuno di noi, quel pittore, nel quarto decennio della sua morte, doveva essere onorato con una mostra "nazionale" e "patriottica".

La città  non poteva essere altra che Roma, la Roma che Caravaggio abitò ed amò e dove si conservano i suoi dipinti più celebri: a San Luigi dei Francesi, a Santa Maria del Popolo, a Sant'Agostino, nei Musei Capitolini, alla Borghese, in Vaticano. Le Scuderie del Quirinale sembrarono a tutti il luogo più conveniente. Se Caravaggio doveva essere onorato con una grande monografica, occorreva farlo nel sito più eminente della Città e della Patria.

Date queste premesse, occorreva costruire la mostra, definirne il carattere, selezionare le opere. La commissione scientifica da me presieduta si  riunita pi volte discutendo e valutando tutte le opzioni possibili. é prevalsa alla fine l'idea di Claudio Strinati. L'idea cioè di portare in mostra solo opere certe di Caravaggio, quelle di sicura e documentata autografia, i numeri da manuale, potremmo dire.

Eravamo e siamo ben consapevoli che fra i meriti del Novecento storico artistico, c'è stata l'apertura vasta, massiccia e internazionalmente diramata sul Caravaggio "critico", sulle nuove attribuzioni, sulle varianti d'autore e di scuola, sulle specificitˆ tecniche della sua pittura.

Dai "Quesiti" di Roberto Longhi (1928-29) alle ultime ricerche di Mina Gregori alfiere di questi studi in Italia, il corpus caravaggesco o paracaravaggesco è stato disarticolato e analizzato in tutte le sue parti, accresciuto di nuove proposte, di inediti documenti, di possibili rettifiche cronologiche. Il tutto con rigore filologico degno della migliore microchirurgia specialistica.

Per dimostrare, a mò di esempio, quali contributi ha portato al catalogo di Caravaggio la ricerca storico artistica novecentesca, abbiamo portato in mostra un'unica opera "discutibile". Discutibile nel senso che, nonostante la qualità altissima, l'attribuzione non è da tutti condivisa: "La Cattura nell'orto" di Dublino. Avremmo potuto portarne parecchie altre, di analoghe caratteristiche, fatte conoscere negli ultimi decenni dagli studi. Però ne sarebbe venuta fuori un'altra mostra.

Una rassegna di opere che facesse il punto sul Caravaggio "critico" emerso dal Novecento, sarebbe stata indubbiamente utile ed apprezzata dal mondo scientifico. Sarebbe mancata però - abbiamo pensato - la didatticità stupefacente ed assoluta dei capolavori che uno conosce fino dal manuale del liceo e che, opportunamente dislocati e spaziati, avrebbero consegnato al visitatore l'immagine "pura", e solo quella, di Caravaggio.

Venticinque sono i dipinti in mostra. Dalla Canestra di frutta dell'Ambrosiana, al Cristo alla Colonna di Capodimonte, dalla Deposizione della Vaticana all' Omnia vincit Amor di Berlino, dalla Incoronazione di spine di Vienna all' Amorino dormiente della Palatina, dalla Conversione di Saulo Odescalchi al Riposo durante la fuga in Egitto Doria Pamphili, all' Adorazione dei Pastori di Messina. Sono tutte opere capitali e certissime di Caravaggio e quanta minuziosa pazientissima fatica è costato ottenerle, nessuno lo sa come l'Ufficio Mostre delle Scuderie che ha negoziato i prestiti e che considera questa mostra la più difficile, la più faticosa fra le tante di cui si è occupata. E infatti il quarto centenario dalla morte del pittore è tale anche per i musei di Italia e del mondo, i quali non vogliono privarsi, per l'occasione, dei loro Caravaggio ed anzi intendono organizzare, se appena possibile, manifestazioni particolari.

Per esempio i quadri di Firenze, pure concessi con grande generosità (e per questo vivamente ringrazio i miei amici Cristina Acidini, Antonio Natali ed Alessandro Cecchi), saranno oggetto di una mostra speciale agli Uffizi. Per questo motivo il Sacrificio di Isacco, il Bacco e l' Amorino dormiente dovranno lasciare le Scuderie in anticipo, il 17 Maggio 2010. Mentre, per ragioni analoghe, il Cristo alla Colonna di Capodimonte sarà  in mostra solo dal 12 Aprile. Si è trattato di aggiustamenti necessari che il visitatore saprà capire a giustificare. A noi resta l'orgoglio di essere riusciti ad offrire ai cittadini e agli ospiti di Roma una superba e, viste le difficoltà, numerosa antologia pittorica del più assolutamente certo ed universalmente conosciuto Michelangelo da Caravaggio.

Caravaggio e il suo segreto inconfessabile*

di Claudio Strinati

La mostra alle Scuderie è Caravaggio. Nel senso che le opere del Merisi in mostra sono quelle cosiddette certe, su cui nessuno ormai pone questioni. I quadri di Caravaggio sono pochi. E' successo a Caravaggio, mi raccontò la cara Franca Trinchieri quando aveva decifrato tutte le partiture musicali che compaiono nei quadri giovanili del Merisi, come nel passaggio tra Haydn e Beethoven all'inizio dell'Ottocento. Haydn ha scritto 101 sinfonie. Beethoven che fece in tempo a conoscere e stimare il vecchio Haydn, di sinfonie ne ha scritte nove. Ci sono momenti della storia in cui il grande artista riduce e condensa la produzione scegliendo altre modalità. Rispetto ai manieristi che facevano chilometri quadri di affreschi a volte belli a volte brutti ma comunque mal visibili e giudicabili, Caravaggio dipinge quaranta quadri nella sua vita. E avrebbe potuto dipingerne molti di più. Certo, a parte il pittore maledetto, ebbe una sorte dura. Fuggito da Roma dopo avere assassinato un attaccabrighe famoso come il Tomassoni, forse per una faccenda di donne, comunque per una lite sui punti al gioco, oscilla sempre tra trionfi e cadute. I principi Colonna lo proteggono, la marchesa di Caravaggio lo protegge. E' uomo dal grande fascino e dal grande carisma. A Napoli è portato in trionfo, a Malta diventa cavaliere e come tale si firma nell'unico quadro firmato di tutta la sua vita, la Decollazione del Battista, firmato col sangue dalla testa decollata. A Malta viene incarcerato e coinvolto in risse e violenti contrasti. Viene incaricato da importanti confraternite siciliane e produce opere eccezionali anche se non bellissime come il Seppellimento di Santa Lucia a Siracusa o la Resurrezione di Lazzaro a Messina, opere che fanno paura e sembrano generate dalla morte. Viene malmenato e ridotto quasi in fin di vita presso la locanda del Cerriglio a Napoli. Muore in circostanze misteriose mentre si portava dietro certi quadri suoi a Porto Ercole. Non si capisce mai se lavora da solo o ha collaboratori e seguaci. Certo è che l'unitarietö del suo stile è assoluta, ma vi sono momenti in cui non si capisce bene se agisce da solo o assistito fino a delegare. Le innumerevoli versioni della Incredulitö di San Tommaso, tutte belle e tutte antiche, fanno riflettere. Le varie versioni della Cattura di Cristo nell'orto pure fanno pensare. Alcuni soggetti sono molto replicati, altri mai. Non si sa molto del giro di copie nella Roma del tempo ma è chiaro che ci dovette essere una attivitö frenetica in tal senso e a distanza di secoli distinguere le mani non è così facile. Si conoscono nomi di pittori nella sua cerchia: Francesco Parone, Prospero Orsi, Tommaso Salini, Filippo Trisegni, Pietro Paolo Bonzi, ma non si sa nulla di una eventuale attività di queste persone accanto al Caravaggio. Qualche spiraglio c'è. Il Martirio di San Matteo ha parti mal dipinte e brutte, mentre la Vocazione nella stessa cappella è di assoluta bellezza e qualità. Che significa?

Significa che la grande ossessione del Caravaggio è la luce come tutti hanno sempre notato dal suo tempo a oggi. Ma perchè e come ci è arrivato? E attraverso quali passaggi? I documenti non lo dicono e non lo diranno mai. Basta affermare questo principio per capire Caravaggio. Ma pensando a un foglio di appunti, rinvenuto in mie ricerche giovanili, dove si parla di Lomazzo mi è tornato in mente Agostino Tassi. Un Caravaggio riuscito meglio dal punto di vista della carriera e della affermazione sociale e della mascalzonaggine. Quando Agostino ritrae i delegati giapponesi nella sua valente squadra di pittori c'è Carlo Saraceni, il "clone" del Caravaggio. Saraceni veneziano voleva essere il Caravaggio redivivo e lo era, ma stava sotto Tassi. Ma Tassi, a sua volta, stava sotto il marchese Giovanni Battista Crescenzi che il papa Paolo V aveva nominato sovrintendente a tutte le opere d'arte fatte con la diretta responsabilitö del pontificato. Da giovane Caravaggio e Crescenzi si erano avvicinati. Crescenzi aveva la sua piccola Accademia, non importante come quella di San Luca, ma viva e dinamica. Si studiava la natura morta e le nuove forme della pittura. C'era la possibilità di sfruttare al meglio la buona posizione sociale del marchese, ma Caravaggio andò presto per la sua strada. Adesso era morto e il marchese aveva ripreso la sua posizione preminente. Il suo uomo ora era Tassi. E raccontavano che quando il Caravaggio studiava con Peterzano a Milano si era saputo che Lomazzo, il vero grande teorico del suo tempo, un pittore formidabile e un personaggio straordinario, era diventato cieco ormai maturo di anni e di esperienze. Ma continuava a lavorare e parlava della sua cecità come di una nuova chiave di lettura del mestiere dell'ìartista che vede con la mente e lotta contro il buio. Sapevano che chi non vede esalta il senso della fisicità, specie se pittore. Sente l'evidenza fisica con una potenza se possibile moltiplicata. Caravaggio imparò questo mentre Peterzano gli insegnava la pittura. Imparò che il pittore può pensare il buio e essere, nel contempo, uno che vede meglio di ogni altro. Chi non vede avendo conosciuto il bene della vista, sa rappresentare anche la dimensione della cecità, del buio e della incomprensione carica di pietà. Una sfida immane. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Lomazzo lo aveva metabolizzato ma se lo tenne come un segreto inconfessabile.

*Tratto da: la [vera] vita di Caravaggio secondo claudio strinati su gentile concessione di arte'm, www.arte-m.net