caro benzina

Carburanti, le accise valgono il 4,8% delle entrate dello Stato

Nel 2021 hanno generato 23,8 miliardi di euro. Il governo lavora a un taglio sfruttando l'aumento del gettito Iva

Quasi come una finanziaria. Ogni anno dalle accise sui carburanti entrano nelle casse dello Stato più di 20 miliardi di euro. In particolare, nel 2021 sono stati raccolti 23,8 miliardi. Considerando che una legge di Bilancio stanzia circa 30 miliardi di euro a debito, fare a meno del gettito derivante dalle accise non è una cosa da niente. 

Il costo dei carburanti aumenta. La media settimanale dei prezzi è di 2,185 euro al litro per la benzina e 2,154 euro al litro per il gasolio (rilevazione ministero dello Sviluppo economico del 14 marzo 2022). Molti chiedono al governo di intervenire. Tra le varie opzioni, c'è quella di tagliare le accise, ovvero imposte indirette che si pagano sulla vendita di un determinato bene. In Italia ci sono accise su oli minerali, energia elettrica, alcolici, tabacchi. A differenza dell'Iva, non sono calcolate come una percentuale del prezzo del bene, ma sono in quota fissa: 72,8 centesimi per ogni litro di benzina, 61,7 centesimi per ogni litro di gasolio, 14,3 centesimi per ogni litro di Gpl.

Totale? Nel 2021 23,8 miliardi di euro, che equivalgono al 4,8% dei 496 miliardi di euro di entrate dello Stato

Riferendo in Senato sul caro carburanti, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto che il governo sta valutando l'ipotesi di introdurre un'accisa mobile. È un meccanismo che ridurrebbe il valore delle accise usando il maggior gettito derivante dall'aumento dell'Iva, che, essendo direttamente proporzionale al prezzo del carburante, in questi giorni sta salendo con esso. Introdurre l'accisa mobile significherebbe quindi sterilizzare, di fatto, l'aumento dell'Iva contenendo il prezzo finale alla pompa.