Giornata del Sonno

Sonnellino pomeridiano: tutti i vantaggi della siesta

Oltre un italiano su due vorrebbe trovare il tempo e il modo per un pisolino, anche uscendo più tardi dal lavoro

© Istockphoto

Nei Paesi a clima caldo la siesta è un obbligo; per la scienza il pisolino pomeridiano è un’abitudine benefica, per molti è un desiderio ancora insoddisfatto: un sondaggio rivela infatti, che oltre un italiano su due vorrebbe avere il tempo e le condizioni per concedersi un sonnellino dopo pranzo, anche a costo di uscire un po’ più tardi dal lavoro a fine giornata o dedicando meno tempo al pasto di mezzogiorno. Ai benefici e alle controindicazioni della “pennichella” sono stati dedicati diversi studi scientifici, dai quali emergono benefici e criticità legate al riposo post-prandiale: in occasione della Giornata Mondiale del sonno, che si celebra venerdì 18 marzo, facciamo il punto su questa abitudine e sul modo per goderne al massimo i benefici.

CHE COSA NE PENSANO GLI ITALIANI – Un sondaggio realizzato da SWG per Deliveroo in occasione del World Sleep Day ha evidenziato che oltre un intervistato su due (52%) vorrebbe fare un pisolino dopo pranzo e si è anche dichiarato disposto, per ritagliarsi il tempo di una “pennichella”, a uscire più tardi dal lavoro (39%) o a ridurre il tempo del pasto (33%). Naturalmente, per riposare occorre un luogo adatto: l'ideale sarebbe disporre di una sala relax (44% delle risposte) o, in alternativa, di un divano (26%). La qualità del sonno, infatti, è indicata dal 29% come una delle basi per stare bene: l'altro fondamento è la qualità del cibo (23% delle risposte). Il 61% degli intervistati è d’accordo nell’affermare che “dopo pranzo il rendimento è più basso e riposare qualche minuto può aiutare a essere più produttivi”.

PERCHÉ SI CHIAMA “SIESTA” - Il termine deriva dal latino: la "sesta hora" della giornata, secondo il modo in cui gli antichi romani misuravano il tempo, indicava il mezzogiorno. Da lì è nata la consuetudine di chiamare con il termine "siesta" il riposo diurno che segue il pasto.

IL PARERE DELLA SCIENZA – La scienza ha da tempo confermato la legittimità di queste aspirazioni. Uno studio condotto dall’American College of Cardiology su un campione di 300.000 persone in tutto il mondo ha messo in relazione lo stato di salute generale degli individui con i riposini pomeridiani. Sono emersi alcuni vantaggi importanti, tra cui una riduzione dei livelli di stress, il miglioramento della capacità di concentrazione, benefici per la memoria e soprattutto un miglior umore generale della persona. Un fattore importante è la durata del sonnellino: per essere davvero benefico, deve durare dai 20 ai 30 minuti e, in ogni caso, non deve superare i 40. Il sonno troppo prolungato infatti può lasciare sonnolenza al risveglio e comportare maggiore difficoltà ad addormentarsi la sera. Anche la NASA, in collaborazione con il National Space Biomedical Research Institute, ha condotto alcuni studi sui comportamenti degli astronauti e ha concluso che un breve e abituale riposo pomeridiano ha migliorato le loro performance e la memoria.

PERCHÉ ABBIAMO PIÙ SONNO DOPO PRANZO - Il calo di produttività associato a un certo senso di sonnolenza che si registra dopo pranzo è un’esperienza piuttosto frequente: le cause possono essere diverse: la prima responsabile è la digestione: un pasto molto abbondante, soprattutto se ricco di carboidrati, implica una digestione più lunga e laboriosa con un maggiore consumo di ossigeno da parte dell’apparato digerente e un generale calo di prestazioni da parte dell’intero organismo. Per questo è consigliabile consumare un pasto sano e leggero se nel primo pomeriggio abbiamo impegni delicati che richiedono tutta la nostra attenzione. Anche la temperatura esterna ha un notevole impatto: quando fa molto caldo l’organismo mette in atto alcuni processi che garantiscono la termoregolazione: la sonnolenza nelle ore più afose della giornata è uno di questi. Non a caso, la “siesta” pomeridiana è nata come abitudine in Spagna, dove si concedeva una pausa ai contadini nelle prime ore di pomeriggi, per evitare il lavoro nei campi nelle ore più ardenti della giornata. Dalla Spagna la consuetudine è passata in America Latina, ma il riposo nelle ore del mezzogiorno è una consuetudine diffusa, oltre che nelle regioni mediterranee, anche in Cina, in India e in Medio Oriente.

LE CONTROIDICAZIONI - L'unico svantaggio che può venire dall'abitudine di concedersi un sonno pomeridiano sta nell'alterazione dei corretti ritmi sonno-veglia. se la nostra siesta dura più del tempo consigliato può avere l’effetto controproducente di aumentare la difficoltà nel prendere sonno la sera: questa è una delle ragioni per cui, chi soffre di insonnia notturna dovrebbe astenersi dal dormire di giorno. Se al termine del nostro sonnellino ci sentiamo ancora intorpiditi e poco attivi, ciò può essere dovuto a un momentaneo e fisiologico calo di pressione durante il sonno: una breve passeggiata, meglio se all'aperto, dovrebbe essere sufficiente a ossigenarci e a rimetterci in forma.