Nel 2021, secondo i dati Istat, l'andamento demografico in Italia continua a essere negativo: al 31 dicembre la popolazione residente era inferiore di circa 253mila unità rispetto all'inizio dell'anno, e nei due anni di pandemia il calo di popolazione è stato di quasi 616mila persone. Le nascite sono ancora in calo nei primi 10 mesi dell'anno ma si osservano segnali di ripresa negli ultimi due mesi, mentre i decessi restano ancora su livelli elevati rispetto al periodo pre-Covid. Raddoppiano invece i matrimoni.
Più matrimoni - Nella fase di transizione (giugno-settembre 2021), con la contestuale attenuazione di alcune misure restrittive, si osserva un significativo recupero dei matrimoni rimandati a causa del lockdown. Durante l'estate, l'aumento dei matrimoni non solo è consistente rispetto al 2020 (+113,1%) ma mostra anche valori percentuali più elevati rispetto allo stesso periodo del 2019 (+9,0%).
Il picco si registra nei mesi di luglio (+232,1% sul 2020; +41,8% sul 2019) e agosto (+80,2% sul 2020; +22,2% sul 2019). In un Paese come l'Italia, dove oltre i due terzi dei nati sono all'interno del matrimonio, sarà interessante vedere se tale aumento avrà ripercussioni su un recupero di nascite a partire dalla primavera del 2022.
Con il sopraggiungere della terza ondata e il conseguente inasprimento delle misure di contenimento dell'epidemia, nell'ultimo trimestre dell'anno la crescita delle nozze rallenta, solo il 22% circa in più rispetto al 2020, con un calo del 4,2% dei matrimoni religiosi rispetto al 2019. Anche le duemila unioni civili tra persone dello stesso sesso costituite nel 2021 mostrano una tendenza alla diminuzione rispetto al 2019 (-6,2% sul 2019), subendo l'effetto delle varie ondate in modo simile ai matrimoni.
253mila abitanti in meno, pesa la pandemia - La diversa diffusione dell'epidemia da Covid-19 nei territori e l'inizio della campagna vaccinale, entrata nel vivo a inizio estate, spiegano il calendario e la geografia delle variazioni dovute alla dinamica demografica: il periodo da gennaio a fine maggio (prosieguo della seconda ondata di fine 2020), contraddistinto da un'elevata ascesa di contagi e decessi; una fase di transizione (da giugno a settembre) con un rallentamento dei contagi per effetto delle prime evidenze degli effetti della campagna vaccinale sulla riduzione della mortalità; una successiva nuova ondata epidemica, a partire dalla fine di settembre, con una drammatica riacutizzazione dei casi dovuti anche alla diffusione di nuove varianti del virus ad elevata contagiosità.
In ripresa i movimenti migratori - Segnali positivi per i movimenti migratori, in aumento rispetto al 2020. Lo rileva l'Istat specificando che nel corso del 2021 si contano in totale 1.743.216 iscrizioni in anagrafe e 1.686.703 cancellazioni. Il tasso migratorio con l'estero fa registrare +2,7% rispetto all'1,5% del 2020. Mettendo a confronto l'andamento dei flussi migratori nelle tre fasi pandemiche in cui si può dividere convenzionalmente il 2021 (seconda ondata, fase di transizione, terza ondata) con la media dei corrispondenti periodi degli anni 2015-2019 emergono significative variazioni.
I movimenti tra comuni hanno coinvolto un milione e 412 mila persone, +5,9% rispetto al 2020. Se si considera la media del periodo 2015-2019 l'aumento dei trasferimenti interni dell'anno 2021 è del 3,9%. L'incremento è stato più contenuto durante la seconda ondata dell'epidemia (+1,5%), a causa delle limitazioni alla mobilità tra regioni che hanno ridotto al minimo gli spostamenti residenziali e durante l'ultimo trimestre (+1,4%).
Nella fase di transizione si ha invece una ripresa più sostenuta (+9%) sempre rispetto alla media del periodo giugno-settembre 2015-2019. Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali. Nonostante il saldo migratorio con l'estero mostri segnali di ripresa (+156mila, quasi il 79% in più rispetto al 2020), i movimenti migratori internazionali restano al di sotto della media 2015-2019 (318 mila iscrizioni, 159 mila cancellazioni).
Le iscrizioni dall'estero (286.271 nel 2021) crollano nei primi cinque mesi dell'anno rispetto alla media dello stesso periodo per gli anni 2015-2019 (-17,7%), per poi recuperare lievemente nel corso dell'anno pur restando sempre sotto la media del quinquennio pre-Covid (-3,8% nella fase di transizione e -5,3% nella terza ondata). Le cancellazioni verso l'estero (129.482 in totale) mostrano invece aumenti rispetto agli stessi periodi pre-pandemia: una lievissima ripresa durante la seconda ondata (+1,1%), un aumento più consistente durante la fase di transizione (+5,2%) e in corrispondenza della terza ondata (+2,6%).
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