All'Arcimboldi di Milano si attendeva la sua esibizione da anni, sin da quando la pandemia aveva costretto i teatri a chiudere. Il secondo weekend di aprile 2022 doveva essere finalmente la volta buona per vedere ballare Sergei Polunin su un palcoscenico italiano, nei panni del suo celebre "Rasputin". Ma qualcosa è andata storta. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, sua terra natia, Polunin è finito al centro delle polemiche per via di un tatuaggio sul petto che ritrae il volto del presidente della Russia Putin. Poi, quell'annuncio di essersi infortunato all'improvviso, tanto da vedersi costretto ad annullare gli spettacoli in programma.
Spettacolo cancellato per forza maggiore - "Venerdì scorso la sua organizzazione ci ha mandato la diagnosi dell’ospedale di Novosibirsk con le radiografie che attestano una lesione al tendine d’Achille del piede destro - spiega Gianmario Longoni, direttore artistico del Teatro degli Arcimboldi in un'intervista al quotidiano Corriere della Sera - ci hanno detto che ora Sergei è a Dubai per farsi operare e che fino a gennaio non se la sente di prendere nuovi impegni. Per gli Arcimboldi - ha concluso Longoni - è un danno enorme".
Il ballerino nei giorni precedenti all'infortunio si era detto molto dispiaciuto di ciò che sta accadendo in Ucraina, sua terra natia.
Il tatuaggio al centro delle polemiche - Il corpo di Sergei è ricoperto di tatuaggi, ma il ballerino ultimamente ne starebbe cancellando alcuni probabilmente spinto a mantenere posizioni più moderate rispetto al passato, dopo l'unione con la pattinatrice russa Elena Il’inych, che sta per dargli il secondo figlio. Agli occhi dei fan non è passato inosservato il tatuaggio che ritrae il volto del presidente russo sul suo petto. Provocatoriamente qualcuno gli ha suggerito sul web un'altra immagine da stampare sulla sua pelle: Putin in versione bebè tra le mani di Hitler e in chiave sanguinaria.
Le condizioni del ballerino - Qualcuno ha ipotizzato che Sergei possa aver avuto un crollo psicofisico prima dell'infortunio al piede. I suoi collaboratori avevano riferito di come stesse seguendo con "animo lacerato le notizie della rovinosa caduta, in mano dell’esercito russo, di Kherson, la città a sud dell’Ucraina in cui è nato e dove ha mosso i primi passi di danza prima di volare a Londra e diventare, a 19 anni, il più giovane «principal dancer» nella storia del Royal Ballet".