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Aumenti truffa, la vecchia storia dei “furbetti” italiani  

Come per il terremoto dellʼAquila e per i bonus edilizi post pandemia, in Italia cʼè sempre chi sa approfittare delle emergenze. Alle spalle dei cittadini

Un anno fa, secondo i dati del ministero dello Sviluppo Economico (Mise), la benzina verde costava in media 1,566 euro al litro e il gasolio 1,436 euro. Gli aumenti di questi giorni sono nellʼordine di 70/80 centesimi di euro al litro rispetto alla primavera 2021. Significa che un pieno di 40/50 litri circa costa fra i 30 e i 50 euro in più. Un pieno solo!

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Stiamo assistendo a un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato ‒ ha detto nei giorni scorsi Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica ‒. Non esiste motivazione tecnica di questi rialzi, la crescita non è correlata alla realtà dei fatti, è una spirale speculativa, una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”. Insomma i furbetti del carburante non mancano a sentire il ministro, e la guerra in Ucraina soltanto lo “sciacallesco” pretesto di qualcuno che, nelle crisi, se ne approfitta. Realtà tristissima, ma non infrequente, perché riavvolgendo il nastro della memoria tornano in mentre le risate la notte del terremoto dellʼAquila e il covid “benedetto” per i superbonus edilizi.

Ma cʼè anche un altro attore, involontario, che beneficia del caro carburante. Con rincari così elevati, non cʼè bisogno di aumentare le tasse, e sì perché il maggior gettito IVA finisce nelle casse dello Stato. Le accise (imposte di fabbricazione e altri balzelli) incidono per il 55% sul prezzo finale della benzina, del 52% sul gasolio per autotrazione. Troppo! LʼItalia è seconda soltanto allʼOlanda in Europa quanto a imposte sui carburanti e ciò spiega la protesta di domani 14 marzo di Trasportounito, mentre sabato 19 è prevista lʼagitazione degli autotrasportatori di Unatras, Confartigianato Trasporto e Fai-Conftrasporto.

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Non scioperi, ma quanto basta per sollevare il problema, e in un Paese come lʼItalia dove il traffico merci viaggia su gomma allʼ85% è una bella mazzata. Per le associazioni dei consumatori è evidente che bisogna ridurre le accise, e dʼaccordo sono anche le imprese riunite in Assopetroli-Assoenergia, che stimano per lo Stato un extra gettito IVA di 200 milioni di euro soltanto per il mese di marzo! “ Sarebbe possibile riversare lʼextra gettito Iva per ridurre le accise ‒ afferma lʼassociazione di categoria ‒ con un calo di 15 centesimi al litro sulla benzina e 20 sul gasolio”.

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