Caro energia, Draghi: "Ipotesi di un tetto al prezzo del gas" | "Per Ucraina in Ue c'è sostegno Italia, ma rispettare le regole"
Il premier al termine del vertice di Versailles: "Materie prime? L'Ue dovrà rivedere regole che ci hanno accompagnato". "Putin non vuole la pace, i suoi piani sono altri"
Per contrastare il caro energia l'Ue sta valutando l'ipotesi di introdurre un tetto al prezzo del gas. Lo ha annunciato il premier Draghi al termine del vertice di Versailles, chiarendo tuttavia che questo "obiettivo è molto complesso". "Su questo ci sono vari pareri. La Commissione al prossimo consiglio europeo presenterà un rapporto su come diminuire la dipendenza dal gas", ha aggiunto Draghi.
Secondo il premier, il vertice di Versailles "è stato un successo, raramente ho visto l'Ue così compatta".
"Materie prime? Ue dovrà rivedere regole" Nel corso del vertice, "la discussione ha toccato le insufficienze di materie prime, tra cui l'agro-alimentare. La risposta è che se ciò si aggraverà, occorrerà importare da altri Paesi, come Usa, Canada o Argentina. Ciò determina una necessità di riconsiderare tutto l'apparato regolatorio e questo argomento lo ritroviamo sugli aiuti di Stato, sul Patto di Stabilità. C'è la convinzione che la Commissione debba rivisitare temporaneamente le regole che ci hanno accompagnato in questi anni".
"Per obiettivi Ue servono due trilioni, trovare fondi" Per Draghi, "i bisogni finanziari dell'Ue per rispettare gli obiettivi di clima, difesa, energia sono molto grandi. Secondo i calcoli della Commissione e assumendo che la mancanza che vogliamo riempire sulla difesa è lo 0,6%, il fabbisogno risulta essere pari a 1,5 o 2 o più trilioni di euro. Bisogna trovare un compromesso su dove trovare le risorse, a livello di bilancio nazionale questo spazio non c'è. Serve una risposta europea".
"Sul tavolo anche una tassa extraprofitti società elettriche" La tassazione degli extraprofitti delle società elettriche, dovuti al balzo dei prezzi energetici, è "certamente una fonte cui guardare attenzione", ha affermato ancora il premier. Secondo le stime della Commissione europea, una simile misura darebbe un gettito che in Europa potrebbe arrivare a 200 miliardi di euro.
"Da sanzioni più dure rischio trend protezionistici" "Le sanzioni adottate contro la Russia sono molto pesanti e sono state adottate da tutti senza esitazioni. Possono essere anche più pesanti, l'importante è essere consapevoli che hanno un impatto su famiglie e imprese e, soprattutto, per il mantenimento della loro produzione. Questa situazione se non affrontata ha il potenziale di fratturare il sistema economico Ue spingendolo verso il protezionismo".
"Se l'economia si indebolisce serve risposta europea" Nel caso in cui l'economia dovesse indebolirsi, ha aggiunto il presidente del Consiglio, "occorrerà una risposta politica di bilancio che non può essere dei bilanci nazionali, ma deve essere una risposta europea".
"Non siamo in un'economia di guerra, ma è bene prepararsi" Draghi ha quindi precisato che in questo momento "non è un'economia di guerra, ma dobbiamo comunque prepararci. Ho visto degli allarmi esagerati. Prepararsi non vuol dire che ciò debba avvenire sennò saremmo già in una fase di razionamento. Dobbiamo ri-orientare le nostre fonti di approvvigionamento e ciò significa costruire delle nuove relazioni commerciali".
"Italia in grado affrontare rallentamento crescita" "La nostra performance è stata eccezionale, noi entriamo con un acquisito di crescita molto alto e siamo in grado di affrontare un rallentamento anche temporaneo dell'economia", ha precisato il premier, spiegando di "non prevedere" rischi per il debito italiano dalla conferma della stretta confermata dall'Eurotower.
"Ucraina in Ue? Da Italia incoraggiamento ma rispettando regole" Al vertice di Versailles si è anche parlato della richiesta di adesione all'Ue da parte dell'Ucraina. "C'è una grande disponibilità da parte di tanti, una grande determinazione da parte di altri e una notevole cautela da parte di altri ancora", ha spiegato il premier. C'è il sostegno dell'Italia, "un messaggio d'incoraggiamento sarebbe d'aiuto - ha sottolineato - ma occorre rispettare anche cosa dicono gli altri. Le regole per entrare sono molto precise e prevedono un lungo periodo di riforme strutturali".
"Putin non vuole la pace, i suoi piani sono altri" Draghi è quindi tornato sulla situazione della guerra in Ucraina. Oggi, da quello che si può capire, Putin non vuole la pace, il piano sembra essere un altro, mentre dico questo mi auguro che al più presto si arrivi a qualche spiraglio e personalmente faremo di tutto per esserci, per chiedere si arrivi presto alla pace e faremo di tutto perché Putin e Zelensky arrivino a un accordo che pero' salvi la dignità dell'Ucraina".