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Ucraina, ok di Facebook e Instagram a contenuti che incitano alla violenza contro Putin | La Russia blocca l'accesso dal 14 marzo 

Il gruppo di Zuckerberg avrebbe deciso di allentare anche la censura sui post che invocano la morte per i presidenti russo e bielorusso

Afp

Meta permetterà agli iscritti di Facebook e Instagram in Ucraina di postare contenuti contro l'esercito russo che ha invaso l'Ucraina. In particolare, gli utenti potranno scrivere messaggi che incitano all'uccisione dei soldati. La compagnia americana avrebbe deciso di allentare anche la censura sui post che invocano la morte per Vladimir Putin e Alexandr Lukashenko. Rimarranno comunque vietati gli appelli alla violenza contro i civili russi. Dopo la decisione di Meta, il regolatore russo dei media ha limitato l'accesso a Instagram (quello a Facebook è bloccato dalla scorsa settimana) e lo bloccherà definitivamente a mezzanotte del 14 marzo.

"A seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole. Ad esempio, post violenti come l'invocare la 'morte agli invasori russi'. Non consentiremo nulla che riguardi la promozione della violenza contro i civili russi", ha affermato un portavoce di Meta in una nota.

In risposta a ciò, l'ambasciata della Russia negli Stati Uniti ha chiesto a Washington di porre un freno alle "attività estremiste" del gruppo di Zuckerberg. "Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia" si legge in un tweet pubblicato dal profilo dell'ambasciata.

Sulla stessa linea d'onda l'ufficio del procuratore generale russo, che ha chiesto che Meta venga riconosciuta come organizzazione estremista. Lo riferisce la Tass citando un comunicato della Procura. "Quello che sta facendo è chiamato 'incitamento all'odio razziale' che nella legislazione russa si qualifica come estremismo", ha detto il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. 

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