L'atteso vertice in Turchia tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina non ha prodotto risultati positivi. Tuttavia ci sono piccoli spiragli per un futuro dialogo. Kiev è delusa: "Nessun accordo su corridoi umanitari, né su cessate il fuoco temporaneo". Ma "il risultato più importante dell'incontro ad Antalya è stata la creazione di un contatto, ora la continuazione del dialogo tra Russia e Ucraina dipende dai colloqui in Bielorussia", ha rassicurato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu.
"Kiev guarda alla Turchia come a uno dei possibili garanti di un eventuale accordo di pace con la Russia", ha ricordato Cavusoglu.
Questione tregua Al termine dei colloqui l'ucraino Kuleba, davanti alla stampa, non ha nascosto la sua delusione: "Non abbiamo fatto progressi. Sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia", ha spiegato, precisando che sfortunatamente Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi" sulla questione tregua. Il ministro russo ha chiarito: "Nessuno qui avrebbe concordato un cessate il fuoco", ha detto, confermando invece che la proposta di Mosca sui corridoi umanitari "è sempre valida".
La Russia, ha spiegato Kuleba, "vuole la resa dell'Ucraina, ma non l'avrà. L'Ucraina è forte, l'Ucraina sta combattendo". Preoccupato dalla crisi umanitaria nel suo Paese e in particolare a Mariupol, Kuleba si è detto disposto a "incontrare di nuovo il ministro russo". Apertura anche da parte di Lavrov per il quale, tuttavia, il principale tavolo negoziale resta quello in Bielorussia.
Da parte sua, Lavrov ha condannato la "fornitura di armi all'Ucraina dall'estero, compresa l'Unione europea", che viola "tutti i principi e i valori", smentendo i bombardamenti sull'ospedale pediatrico di Mariupol, ospedale che, secondo i russi, era diventato una base del battaglione di estrema destra Azov.
Ha poi ricordato che "nessuno zio Sam (gli Usa, ndr) potrà prendere decisioni per distruggere l'economia russa". Anzi, ha accusato gli Stati Uniti e in particolare ha ricordato "quello che sta facendo il Pentagono nei laboratori biologici creati con i suoi soldi, con i soldi degli Usa in territorio ucraino per sperimentare agenti patogeni che possono poi essere usati per creare armi biologiche".
Ha quindi smentito l'angosciante ipotesi di un possibile ricorso alle armi nucleari da parte di Mosca, di un attacco ai Paesi Baltici e alla Polonia. "Non voglio e non credo all'inizio di una guerra nucleare", ha spiegato Lavorv, ricordando che la Russia "non parla mai della possibilità di una Terza guerra mondiale".