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La nuova vita delle mascherine: da rifiuto ad asfalto

Due università italiane stanno sviluppando una soluzione per trasformare le mascherine usate in una nuova risorsa

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Nessuno lo avrebbe mai potuto immaginare, eppure da due anni le mascherine fanno parte della vita di tutti i giorni. La speranza è quella di poterle abbandonare a breve ma una cosa è certa, bisogna smaltirle correttamente.

I dispositivi per la sicurezza sono diventati un’enorme fonte di rifiuti. Per ogni giorno di pandemia si stima che siano state gettate via circa 3,4 miliardi di mascherine e secondo l’Onu almeno il 75% di queste è ancora disperso in mare o nell’ambiente. 

Per fortuna c’è un modo per ovviare al problema dell’inquinamento da mascherine, una nuova vita che ricomincia dalle strade. Un esempio di economia circolare, che vuole trasformare le mascherine usate in asfalti speciali.

Il primo studio è un progetto del Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT), a cui si deve il primato dell’idea. La soluzione innovativa prevede che le mascherine possano essere triturate e mescolate insieme ai residui di costruzioni edili per creare un nuovo tipo di asfalto. La palla è ora passata all’Italia, con un programma congiunto lanciato dalle università della Tuscia e di Bergamo. Il progetto si chiama Supra, acronimo che sta per “Single Use PPE Reinforced Asphalt”, ed è anche stato finanziato dal ministero della Transizione Ecologica.

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La ricerca è finalizzata a rendere l’asfalto ancora più rafforzato, riutilizzando le mascherine e i camici realizzati con “tessuto non tessuto”. Rivestimenti stradali riciclati e più resistenti nel tempo. Il propilene contenuto nei dispositivi di protezione renderebbe le strade più elastiche e flessibili, destinate a deteriorarsi in un arco più tempo più lungo. In più, una tonnellata di aggregato di cemento riciclato e mescolato con mascherine Ffp2 ed Ffp3 costerebbe praticamente la metà di quello estratto dalle cave.

Vantaggi ambientali con un occhio al risparmio. Supra potrebbe avvantaggiare diversi stakeholders, dalle aziende coinvolte nella gestione dei rifiuti ai gestori delle strade e della loro manutenzione. Un asfalto con performance migliori avrà infatti bisogno di meno manutenzione.

Da rifiuto a risorsa, l’economia circolare porta a segno un altro colpo nel nome dell’ambiente.  

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