Crisi Ucraina, il card. Parolin a Lavrov: il negoziato sostituisca la violenza delle armi
Il Segretario di Stato del Vaticano ha "riaffermato la disponibilità della Santa Sede a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace"
Nella telefonata tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov "il cardinale ha trasmesso la profonda preoccupazione di Papa Francesco per la guerra in corso in Ucraina". Ha poi ribadito l'appello perché "cessino gli attacchi armati, perché si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori, perché alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato". In questo senso, infine, il Segretario di Stato ha riaffermato la disponibilità della Santa Sede a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace".
"L'alternativa al dialogo è la guerra" - "Speriamo che la visita del Papa all'ambasciatore russo nella Santa Sede (il 25 febbraio), Alexander Avdeev, così personale e così forte, non tardi a portare frutti concreti a favore della popolazione ucraina - sottolinea Parolin in un'intervista a Famiglia Cristiana, riflettendo sul conflitto -. Siamo pronti ad aiutare in tutto quanto è possibile. L'alternativa al dialogo, come stiamo vedendo, è la guerra, la distruzione, la morte: un'alternativa inaccettabile".
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"Il Papa all'ambasciata russa per chiedere la svolta verso la pace" - Il segretario di Stato quindi rilancia la disponibilità del Papa e del Vaticano a mediare. E dice: "Quella visita in ambasciata è stata un gesto inedito, che ha destato la sorpresa generale, ma molto significativo. Il Papa ha voluto manifestare da una parte la sua profonda preoccupazione, dall'altra consegnare personalmente il suo pressante invito affinché ci sia una svolta verso la pace, soprattutto da parte della Russia".
"La Santa Sede disposta ad aiutare nel cammino verso la pace" - "Nell'offrire la sua disponibilità a fare da mediatrice o a svolgere qualsiasi altra forma di facilitazione - ha aggiunto -, la Santa Sede non persegue interessi propri né impone modalità o condizioni. Unico presupposto imprescindibile di un eventuale intervento, legato al riconoscimento della libertà e della responsabilità delle parti, è che esse si manifestino decise a coinvolgerla, conoscendo la sua volontà a essere di aiuto per ogni buona causa. Quanto ci sta a cuore è che Russia e Ucraina mettano in atto colloqui seri e costruttivi per trovare una soluzione concordata".
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