"Oggi il prezzo del gas è almeno 10 volte quello che era un anno fa e questo ricade sulle bollette." A "Quarta Repubblica", il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, fa il punto sulla situazione legata alle fonti energetiche alla luce del conflitto in Ucraina. La Russia, nonostante le sanzioni ricevute a livello globale, non ha ancora interrotto il flusso di gas che fornisce all'Europa, in particolare a Germania e Italia, ma il rischio che ciò possa avvenire è ancora molto alto, soprattutto perché Putin non sembra voler mettere fine all'invasione in Ucraina: "La battaglia che abbiamo adesso è sul gas - dice Cingolani -, l'Europa importa circa il 46% del gas dalla Russia, l'Italia circa il 43%, è ovvio che se ci fosse un'interruzione ci sarebbero conseguenze pesanti, questo è l'errore di essere dipendenti da un Paese".
Per questo, il governo è al lavoro per trovare delle soluzioni alternative al gas russo, come conferma Cingolani: "Per aprile circa la metà del gas che potremmo perdere l'abbiamo rimpiazzata con una serie di misure - ha spiegato il ministro -. Se si interrompesse l'erogazione dalla Russia per il prossimo inverno sarebbe preoccupante. Ora stiamo lavorando sull'approvvigionamento del gas, credo che nei prossimi 30 mesi dovremmo essere indipendenti". Infine, secondo Cingolani sarebbe importante che l'Europa si ponesse come unico acquirente: "Probabilmente alla Ue converrebbe con un prezzo unico per tutti i paesi europei. Nel 2000 producevamo un terzo del fabbisogno di gas, in questi anni abbiamo diminuito la produzione di gas, comprandola da altri e inquinando lo stesso".