Psicologia della moda: la scelta di un outfit influenza il nostro modo di essere
L’abito fa davvero il monaco: non è solo questione di apparenza, come vestiamo agisce su noi stessi e persino sulle prestazioni
Non è solo il primo biglietto da visita quando ci presentiamo agli altri: il modo di vestire esprime molti lati della nostra personalità e nello stesso tempo agisce su di noi, su come percepiamo noi stessi e persino, come hanno dimostrato alcuni studi scientifici, sulle nostre prestazioni. Per capire meglio i meccanismi che ci spingono a preferire un outfit rispetto ad un altro e come possiamo sfruttare a nostro vantaggio l’influenza del modo di vestire nei vari aspetti della nostra vita quotidiana, arrivano i suggerimenti della Psicologia della moda, la disciplina che analizza lo speciale rapporto tra abbigliamento e psiche.
A CHE COSA SERVE – La moda e la scelta del modo di vestire sono un fenomeno sociale e un aspetto delle relazioni umane che fa emergere molti lati della nostra personalità, compresi quelli profondi dei quali non abbiamo piena consapevolezza. Ad esempio: nei periodi in cui ci sentiamo tristi e depressi, tendiamo a trascurare il nostro aspetto, a cominciare dal modo di vestire; quando invece dobbiamo affrontare una situazione nella quale non ci sentiamo del tutto a nostro agio, la scelta dell’outfit da indossare può richiederci molto tempo e molti esperimenti. Indossare un vestito elegante o, in certi casi, un abbigliamento formale ci fa sentire più sicuri di noi stessi e, allo stesso tempo, ci dà maggiori probabilità di essere considerati affidabili e credibili dalle persone che ci circondano. L’abito, quindi, fa davvero il monaco, almeno in alcuni casi: non solo ci fa riscuotere più facilmente il favore dei nostri simili, ma influenza positivamente in modo in cui percepiamo noi stessi, ci trasmette sicurezza e ci fa persino agire con più efficacia.
TRASFORMASI IN SUPER EROI – Un curioso studio, focalizzato sul rapporto tra abbigliamento e performance e svolto dalla professoressa Karen Pine dell’Università di Hertfordshire, ha coinvolto due gruppi di studenti universitari: i ragazzi del primo gruppo indossavano una maglietta dedicata a Superman, mentre gli altri una comune T-shirt. I ragazzi con la maglia da super eroe hanno dichiarato di sentirsi più attraenti e, in generale, migliori rispetto alle dichiarazioni dei membri dell’altro gruppo. A tutti è stato chiesto di stimare quanto peso avrebbero potuto sollevare: i ragazzi-Superman hanno immaginato di essere più forzuti rispetto alle stime espresse dai compagni del secondo gruppo. Chiamati poi a una prova sul campo, gli studenti del primo gruppo hanno ottenuto un aumento effettivo delle prestazioni in una serie di test che misuravano specifiche performance mentali. La professoressa ha attribuito i risultati a un effetto chiamato “priming”, secondo cui i nostri processi mentali e le nostre percezioni sono influenzati dal significato simbolico che attribuiamo inconsapevolmente a uno stimolo visivo, in questo caso alla maglietta da Superman. A conclusioni analoghe è giunto un altro studio, realizzato nel 2012 dai ricercatori della Northwestern University, in cui a tutti i partecipanti è stato fatto indossare un camice bianco: al primo gruppo è stato detto che si trattava di un camice da medico, per il secondo gruppo era invece una tenuta da imbianchino. A tutti è stato proposto lo stesso test con compiti cognitivi: chi indossava il camice da medico ha ottenuto risultati migliori rispetto a chi era vestito da imbianchino.
PER STUDIARE – Per sottolineare l’importanza che riveste la psicologia della moda, in questi ultimi mesi sono stati istituiti master universitari rivolti agli psicologi che vogliono approfondire post laurea gli aspetti comunicativi del sistema moda e ai consulenti di immagine che intendono acquisire competenze utili per il loro ruolo di coaching nei confronti dei clienti per meglio accompagnarli nel percorso di costruzione di una immagine coerente con la propria identità.
CURIOSITÀ LEGATE AL LOOK – Sono moltissimi gli esempi che si possono fare sui modi in cui il look influenza il nostro modo di percepire noi stessi e nello stesso tempo l’atteggiamento degli altri nei nostri confronti. Ad esempio, una donna ha più probabilità di trovare compagnia maschile se è vestita di rosso invece che di un altro colore. E, sempre per restare in tema di seduzione femminile, le donne tendono a vestirsi e truccarsi con più cura nei periodi in cui sono più vicine all’ovulazione, ovvero sono più fertili. Al contrario tendono a indossare i jeans due volte più spesso quando si sentono tristi e depresse rispetto a quando sono felici. Gli uomini, invece, oltre al fatto che si guardano allo specchio molto più di quanto non facciamo le donne, se indossano abiti formali hanno maggiori probabilità di ottenere gratificazioni professionali ed economiche.
PERCHÉ TENDIAMO A VESTIRCI SEMPRE NELLO STESSO MODO? – Ci avete mai fatto caso? Abbiamo un armadio pieno zeppo di vestiti, ma finiamo per metterci addosso sempre le stesse cose, lasciando invecchiare il resto. Perché? Oltre a questioni banali, come la fretta e la praticità, ciascuno di noi ha costruito negli anni una propria comfort zone di abiti e di look nei quali ci sentiamo comodi e a nostro agio. Finiamo così per preferire gli outfit già testati, nei quali abbiamo la certezza di piacerci, stare comode sentirci bene. Soprattutto nei periodi difficili tendiamo quindi a scegliere dall’armadio quello che ci dà conforto e sicurezza, senza scivolare nelle sperimentazioni. Fa eccezione, ovviamente, il classico Revenge Dress, che ci regala un look da vincitrice e da persona che non si lascia abbattere dalle avverdità. Anzi, come nel caso della T-shirt di Superman, ci fa sentire davvero vincenti come un super eroe.
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