Viminale, oltre 11mila ucraini sono entrati in Italia dall'inizio della guerra
Il governo ha predisposto un piano per garantire a tutti accoglienza, scuola e salute. Regioni e prefetture in campo per gestire i rifugiati. Nuovi ingressi in forte crescita
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Sono 11.323 i cittadini ucraini entrati in Italia finora dall'inizio del conflitto, principalmente attraverso la frontiera terrestre al confine italo sloveno. Sono i dati forniti dal Viminale e aggiornati alle 8 di sabato. In 24 ore i nuovi ingressi sono stati circa 2.265. Le principali destinazioni risultano essere Roma, Milano, Bologna e Napoli, dove vengono raggiunti familiari e conoscenti già presenti in Italia.
Il piano del governo - I numeri dei nuovi ingressi sono in crescita esponenziale ogni giorno che passa e per accoglierli il governo ha disposto un Piano rifugiati allertando prefetture e Regioni: è urgente reperire strutture, hotel e spazi in cui ospitare i profughi che ogni giorno escono dall'Ucraina, oltre a garantire a tutti i rifugiati tamponi e vaccini anti-Covid e ad assicurare ai ragazzi e ai bambini il diritto di andare a scuola.
Regioni in campo per l'accoglienza - Ai presidenti di Regione tocca il compito di fare da commissari delegati per la gestione dei profughi: saranno loro a provvedere a "coordinare l'organizzazione del concorso dei rispettivi sistemi territoriali di protezione civile negli interventi e nelle attività di soccorso e assistenza della popolazione" proveniente dal Paese in guerra. L'ordinanza della Protezione civile, firmata dal capo dipartimento Fabrizio Curcio, chiarisce: "Questa è una situazione completamente inedita e vede attivate tante strutture dell'intero Paese".
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Numeri in forte crescita - I profughi sono finora arrivati prevalentemente in auto attraversando la frontiera italo-slovena. "L'incremento quotidiano sta aumentando - dice Curcio -: 2.500 persone in più tra giovedì e venerdì, ma con flussi che sono al momento ingestibili. Se i numeri dovessero crescere ancora, dobbiamo attrezzarci da un punto di vista operativo".
Il nodo sanitario - Anche sul fronte sanitario potrebbero presto arrivare nuovi provvedimenti. Nelle prossime ore è previsto un tavolo concordato con ministero dell'Interno e della Salute. "Ci vogliamo preparare al momento in cui i numeri dovessero essere meno gestibili dal punto di vista sanitario e come attuare un piano dal punto di vista operativo", dice Curcio.
Tamponi e vaccini - Fino al 31 marzo i profughi dovranno esibire un certificato di negatività al tampone per spostarsi in Italia. Ma anche le Asl sono state allertate perché predispongano risorse per garantire tamponi e vaccini ai rifugiati.
Centri accoglienza e scuole per i ragazzi - Il Viminale ha disposto l'aumento nei Centri accoglienza straordinaria di 5mila posti e disposto un incremento nel Sistema accoglienza e integrazione. Potranno accedervi cittadini ucraini anche se non richiedenti asilo. "In Italia ci sono oltre 248mila ucraini, di cui 190mila sono donne - dice il capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno Francesca Ferrandino -. Le persone che arrivano si rivolgono ai loro parenti ma hanno comunque bisogno di assistenza. E' necessario anche un raccordo con il mondo della scuola, bambini e ragazzi dovranno andare in classe".
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