Allʼinizio 8 miliardi di euro in 8 anni, poi scesi a 800 milioni lʼanno e quindi a 700 per 5 anni, ma siamo solo allʼinizio della discussione parlamentare. Il Fondo di Sostegno al settore automobilistico è comunque un bellʼimpegno finanziario per il governo, che vuole così incentivare la rottamazione auto e favorire la transizione energetica. Ma per quali auto acquistabili? Boh! Il generico Fondo lascia per il momento aperti vari punti interrogativi, ma ha lʼappoggio della coppia di ministri che politicamente non ti aspetti, Giorgetti e Cingolani, e tanto è bastato ad agenzie di stampa e giornaloni per “sparare” i nuovi mega incentivi galattici. E poi a chi andranno queste risorse? Ai produttori di auto innovative, ai clienti finali, ai concessionari? Boh, ancora non si sa, pare che il decreto incentivi coinvolgerà non soltanto auto elettriche, ma anche ibride o termiche a basse emissioni. Quanto basse? Boh, si vedrà. E infine, da quando si potrà accedere agli incentivi? Mah… Ripresa, Resilienza e tanta Pazienza!
La questione del tempo, cioè da quando gli incentivi auto saranno disponibili, non è di poco conto. Lʼallarme sulle vendite lanciato dai costruttori italiani e stranieri è quotidiano, da inizio anno si viaggia al 30% in meno rispetto allʼanno scorso e tutti sono concordi che, nellʼincertezza, il cliente rimanda lʼacquisto. Andare infatti in una concessionaria, chiedere se e quali incentivi ci sono e sentirsi rispondere che al momento non cʼè ancora niente in Gazzetta Ufficiale, induce molti a ripassare. Semplice! “Magari tra un poʼ finisce questa guerraccia in Europa e si abbassano anche i prezzi dei carburanti”, penserà candido lʼottimista che aveva abbracciato lʼidea di cambiarsi lʼauto. Per la serie: Adda passà a nuttata!
La moda passa ‒ È bella! Sempre glamour, affascinante, impeccabile, la miglior city car che si possa desiderare. E in più cʼè ora il tocco di stile di Alberta Ferretti per Ypsilon, che ne esalta la personalità e lʼha resa protagonista della Milano Fashion Week. Però, perché cʼè un però, Lancia ha solo lei, non ha una gamma prodotto e quando in Stellantis si parla di strategie a medio e lungo termine, la Casa fondata da Vincenzo Lancia nel 1906 non viene quasi mai citata. Sappiamo che la Ypsilon nuova arriverà nel 2024, che avrà poi anche una variante elettrica, ma per rilanciare un brand non basta unʼauto soltanto, per quanto fashion sia, perché si toglie al cliente lʼoccasione di seguire nelle varie fasi della sua vita il marchio cui è affezionato, passando a modelli più grandi e più adatti al suo nuovo stile di vita. Insomma per rilanciare Lancia non basta la Ypsilon, neanche se a firmarla fossero tutte le griffe del mondo. Fashion sì, ma non per un Week.
Parigi val bene una messa? ‒ Ai più il caso Djokovic/Open dʼAustralia sarà parsa una farsa, in realtà i contorni sono più quelli di una telenovela, qualcosa che si trascinerà per molto tempo. Il processo di autodistruzione dellʼimmagine del campione serbo sembra piuttosto una lunga veglia pasquale che si protrarrà fino al Roland Garros, tarda primavera, dove probabilmente giocherà. Con il profondo imbarazzo del “suo” sponsor Peugeot, che manterrà il contratto in essere ma ha già detto che non lo rinnoverà.
Nole ha detto a chiare lettere che non si vaccinerà, non in quanto no-vax ma perché paladino della “libera scelta di cosa inocularsi nel corpo”. Ma allora anche il doping potrebbe configurarsi come “libera scelta a mettermi in corpo quel che mi pare e piace”. Peccato che gli organismi sportivi non la pensino così e i dopati li squalifichino. Il punto però è un altro, caro Nole: la cura di una pandemia globale richiede la sapienza dei medici, non lʼopinione libera degli spiriti belli! La salute pubblica non è un diritto fra gli altri, come la libertà di parola, di culto, dʼinviolabilità della posta ecc, tutte peraltro non illimitate. È come se il diritto della collettività, della Nazione, a proteggersi da unʼepidemia con misure pubbliche valga alla stregua della scelta individualista a non vaccinarsi. Non se la prenda il globetrotter Nole ‒ che in patria ci sta meno di un giro di giostra al lunapark ‒ se a Parigi il suo futuro ex sponsor Peugeot sʼimpegnerà a ricostruire il rapporto con il “suo” Roland Garros e non con il campione.