L’edizione primaverile di Mercanteinfiera rinnova dal 12 al 20 marzo il tradizionale appuntamento con antiquariato, modernariato, design storico e collezionismo vintage, ospitato come di consueto nei padiglioni della Fiera di Parma. Lo sguardo di questa edizione è rivolto al primo ’900 con le due mostre collaterali: "Partivano i bastimenti. Home sweet home America”, con le testimonianze degli italiani in partenza verso il Nuovo Continente in cerca di lavoro e sogni, e “Olivetti #StoriadiInnovazione”, incentrata su Adriano Olivetti, l’imprenditore che ambiva a un modello economico-industriale fondato su solidarietà, giustizia e umanità.
A disposizione dei visitatori quarantamila mq di superficie espositiva, suddivisa in quattro padiglioni, con la partecipazione di circa 1000 espositori che propongono veri e propri microcosmi di oggetti e arredi nei quali si mixano archeologia, antiquariato e design storico. Come sempre, sono proprio gli oggetti ad essere i veri protagonisti della manifestazione, tra arredi antichi e oggetti di modernariato che non invecchiano per la bellezza del progetto ideativo e per la qualità dei materiali; la loro durabilità e la capacità di resistere al passare del tempo li rende esempi ideali di sostenibilità. Nei quattro padiglioni sfila tutta la storia dell’arte dal ‘600 al 900, dal Barocco al Classicismo, dal Romanticismo al Realismo all’Art Decò fino a sconfinare nel mondo delle rarità.
Non manca poi il collezionismo vintage firmato Chanel, Hermès, Versace, Gucci o Manolo Blahnik, marchi intramontabili che hanno nobilitato l’effimero. Infine, ci sono le bizzarrie, che aggiungono un po’ di pepe alla manifestazione. Ad esempio, sono da notare il portagioielli che il Presidente della Paramount Adolf Zukor fece trovare come omaggio a Marlene Dietrich nel suo dressing room; la ciotola in argento sbalzato regalata da Edoardo Alberto Principe del Galles al suo dentista di Sandringham, o una natura morta firmata da Luciano Lutring, criminale e nello stesso tempo pittore, conosciuto negli anni ‘60 come il “solista del mitra” per la sua abitudine a nascondere le sue armi nella custodia di un vìolino. E poi le grandi griffe dell’orologeria (Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, IWC ecc…), della moda vintage e del design storico: Gio Ponti, Colombo, Fornasetti, Arne Jacobsen, Riccardo Giovannetti o Gaetano Pesce, rappresentati da oggetti iconici del passato espressione di grandi avventure ideative e produttive.
Le mostre collaterali di questa edizione, ospitate nel padiglione 4, sono due. La prima, intitolata “Partivano i bastimenti. Home sweet home America”, è curata dal giornalista e collezionista Massimo Cutò, e racconta il viaggio dei migranti italiani che ai primi del ‘900 si imbarcavano per l’America: articolata in tre sezioni, descrive il fenomeno emigrazione, le navi e la traversata. Sono in mostra i poster delle eleganti navi che pubblicizzavano le nuove rotte, le réclame dei prodotti italiani già simbolo di un pionieristico “Made in Italy”; suggestive foto di famiglia incorniciate tra le due bandiere a suggello dell’integrazione nel Nuovo Mondo e le coccarde e le temutissime schede sanitarie di Ellis Island.
"Olivetti #StoriadiInnovazione” è invece realizzata in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea. Un percorso distinto in tre tappe - macchine da scrivere, macchine da calcolo, pc stampanti e registratori di cassa - che propone una riflessione sul concetto di design secondo Adriano Olivetti: tra gli oggetti esposti i modelli M40 e Lettera 22, la macchina da scrivere portatile che ha conquistato grandi giornalisti e scrittori, tra cui Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Enzo Biagi ed Ernest Hemingway. E poi la Olivetti Valentine nata nel 1968, le macchine da calcolo Divisumma 24 e 18, Summa 19 e Programma 101 il calcolatore da tavolo ritenuto da una parte della storiografia informatica il primo vero personal computer della storia.
Tutte le informazioni sul sito: www.mercanteinfiera.it