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Covid, l'Rt sale a 0,75 ma prosegue il calo d'incidenza dei casi

Tutte le Regioni e Province autonome sono classificate a rischio basso

Continua la discesa dell'incidenza settimanale dei casi di Covid-19 a livello nazionale: negli ultimi sette giorni si attesta a 433 ogni 100mila abitanti, contro i 552 ogni 100mila della settimana precedente (18-24 febbraio). Nel periodo 9-22 febbraio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è invece stato pari a 0,75 (range 0,67-0,96), al di sotto della soglia epidemica, rispetto allo 0,73 della scorsa settimana. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale ministero della Salute-Istituto superiore di sanità.

Tutte le Regioni e Province autonome sono classificate a rischio basso, e 8 Regioni/Province autonome riportano almeno una singola allerta di resilienza ma nessuna ne ha molteplici. Il tasso di occupazione per pazienti Covid nei reparti di aree mediche a livello nazionale è al 14,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 3 marzo) rispetto al 18,5% (rilevazione al 24 febbraio) della settimana precedente.  Il tasso di occupazione dei reparti di area medica scende dunque sotto la soglia di allerta del 15% per la prima volta dal 23 dicembre, quando era stato pari al 13,9%. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è invece al 6,6% (rilevazione giornaliera Ministero Salute al 3 marzo) rispetto all'8,4% (rilevazione al 24 febbraio) della settimana precedente.

Napoli, riapre il Covid residence per ospitare profughi dall'Ucraina

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Una giovane coppia con una bambina sono i primi profughi provenienti dall'Ucraina ospitati nell'ex Covid residence dell'Ospedale del Mare a Napoli riadattato, anche con la rimozione di parte dell'insegna esterna per non impressionare i nuovi ospiti, per passare dall'emergenza pandemia all'emergenza guerra.

La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in leggera diminuzione (16% contro il 18% della scorsa settimana). È in aumento invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35% contro il 33%), come anche quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (49% contro il 48%).

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