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Sulle note del mare (e non solo)

In Australia un team di scienziati sta raccogliendo un database per conservare tutti i suoni acquatici

Pixabay

La musica, si sa, può fare del bene. Aiuta a divertirsi, a rilassarsi, a ricordare momenti speciali. Non è così assurdo allora sognare una playlist che possa anche proteggere delle vite. Quelle degli ecosistemi acquatici.

I compositori sono una squadra di scienziati dell’Australian Institute of Marine Science, impegnati nella raccolta di un archivio speciale: quello dei suoni tipici degli ecosistemi acquatici. L’obiettivo è studiare il loro stato di salute e scoprire tutti i segreti dei loro metodi di comunicazione.

Un grande database mondiale con i suoni più disparati. Torrenti, laghi, mari, vento, ma anche i rumori delle attività umane e soprattutto i messaggi che le specie acquatiche si scambiano. Un vero e proprio concerto che si ripete ogni giorno sotto la superficie, fatto di svariate sonorità.

Alla collezione potranno contribuire anche i singoli cittadini, aiutando ad arricchire l’archivio digitale con l’invio di registrazioni valutate dagli esperti. La playlist acquatica dovrebbe poi essere raccolta in una piattaforma digitale, la Libreria globale dei suoni biologici subacquei (Glubs). La “compilation” potrà essere fondamentale per documentare, quantificare e individuare le fonti da cui provengono queste musiche. Inoltre, analizzando i suoni raccolti con l’intelligenza artificiale si potranno identificare rumori sconosciuti e monitorare le condizioni di salute delle barriere coralline, dei mari e degli ambienti di acqua dolce.

In futuro con l’aiuto della playlist scoprire i segreti dei paesaggi acquatici sarà a portata di cuffia.

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