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Aumento dei costi di pane e pasta dopo la guerra, la paura degli imprenditori italiani: "Impennata violenta"

"Controcorrente" raccoglie il grido di aiuto di diversi impresari del settore  

"È una cosa che non si è mai vista nella storia. Noi siamo abituati a oscillazioni di quattro/cinque euro a tonnellata, qui stiamo parlando di variazioni di 50/60 euro a tonnellata, è un'impennata violenta". A "Controcorrente" l'imprenditore Antimo Caputo esprime preoccupazione circa l'aumento dei costi del grano tenero, a seguito dell'inizio della guerra in Ucraina. La Russia è, infatti, il principale Paese esportatore della materia prima a livello mondiale e ora il conflitto sta mettendo in difficoltà la produzione di pane e pasta.

L'uomo è, però, soltanto uno dei tanti impresari del settore a essere in crisi. "Se continua a non arrivare grano, potrebbe esserci un blocco della produzione tra venti giorni o al massimo un mese", gli fa eco il collega Vincenzo Divella. "Abbiamo una nave bloccata fuori dal mar Nero, che non può andare a caricare perché i porti sono bloccati".

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