L’orrore e la violenza disumana della guerra nel Donbass, l'umiliazione, la violenza e l'indifferenza verso la vita umana. Sono questi i temi principali di "Reflection", il film del regista ucraino Valentyn Vasjanovyč, ambientato durante la guerra del Donbass del 2014. Presentata in concorso alla 78ma Mostra di Venezia 2021 la pellicola, che evoca lo scontro diplomatico-militare tra Russia ed Ucraina iniziato nel febbraio di 8 anni fa e mostra immagini crude di torture da parte di russi ad ucraini, arriva nelle sale cinematografiche italiane, dal 18 marzo, con alcune proiezioni in anteprima gratuite.
In segno di solidarietà con i cineasti e tutto il popolo ucraino, la Mostra internazionale d'arte cinematografica della Biennale di Venezia, le sale cinematografiche Troisi di Roma, Anteo Palazzo del Cinema di Milano, il Circuito cinema del Comune di Venezia e il distributore italiano Wanted hanno infatti organizzato la visione gratuita del film in anteprima a Roma (7 marzo), a Milano (9 marzo) e a Venezia (10 marzo).
"Il film si rivolge a un pubblico pensante", disse l'anno scorso a Cannes il regista: "un pubblico che non ha paura di sollevare domande dure su traumi pesanti ne' di cercare risposte. Non è un film fatto per intrattenere".
"Reflection" parla di un chirurgo ucraino fatto prigioniero e torturato dai militari russi durante la guerra del 2014 nel Donbass, nell'Ucraina orientale. Mentre ' prigioniero assiste a spaventose scene di umiliazione, violenza e indifferenza verso la vita umana. Per quanto riguarda le torture si va dallo strangolamento, alle scariche elettriche fino all'uso di un trapano da conficcare nelle carni. Violenze che hanno, come d'altronde tutto il film, l'aggravante del tempo reale, nulla è risparmiato in questo senso. Nel tornare a casa, il dottore invece cerca una sorta di redenzione aiutando la sua bambina a crescere, ricco questa volta di un'esperienza tragica che lo ha cambiato profondamente. "Avevo deciso che per questo film avrei scelto attori non professionisti che avessero avuto esperienza in prima persona di operazioni militari e che avessero partecipato alla guerra", aveva detto Vasjanovyč: "È stata cosi' una grande soddisfazione quando, alla premiere in Ucraina, tra i soldati presenti molti hanno confermato l'autenticità delle scene".