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Sette banche russe fuori da Swift, per ora salvo il gas

Dopo una lunga maratona diplomatica, c'è stata l'intesa sull'esclusione di alcuni istituti di credito di Mosca dal sistema di pagamenti internazionale

La lunga maratona diplomatica, i ripensamenti della Polonia, l'intesa finale: in uno dei giorni più neri della guerra in Ucraina l'Ue ha formalizzato l'attesa esclusione di una lista di banche russe dal sistema di pagamenti Swift. E' forse la sanzione che potrebbe far più male a Mosca e non a caso il negoziato tra i Paesi membri è stato durissimo.

Alla fine è passata la proposta della Commissione: le banche cancellate dal sistema di pagamenti internazionali sono sette. C'è il colosso Vtb Bank ma non la banca del gas, Gazprombank, lasciata almeno per ora fuori dalle misure restrittive. L'Italia, e non solo, potrà quindi continuare a pagare il metano russo con gli strumenti usati in tempi di pace.

Cos'è lo Swift: il sistema che fa girare i pagamenti nel mondo

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Sul tavolo del Coreper è arrivata la proposta della Commissione. Tra gli ambasciatori europei la discussione è stata lunga e, ad un certo punto, l'unanimità sembrava addirittura essere saltata. La Polonia, infatti, chiedeva di più. Poi la resistenza di Varsavia ha capitolato ed è arrivato il via libera che renderà la misura subito effettiva. Gli istituti colpiti sono, oltre a Vtb Bank, la Bank Rossiya, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Sovcombank e Veb.rf.

Manca anche il maggior gruppo bancario russo, Sberbank. E i motivi non sono legati solo al gas. Come spiega una fonte europea l'Unione ha bisogno di lasciarsi uno spazio di manovra per poter continuare a infliggere sanzioni via via più dannose. Gazprombank e Sberbank, insomma, potrebbe essere salve solo per una manciata di giorni. Anche perché per il G7 e l'Ue la strada della deterrenza resta quella delle sanzioni civili.

Oligarchi russi, nelle loro mani un patrimonio da 300 miliardi di dollari: ecco chi sono e la classifica dei più ricchi

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Miniere, giacimenti petroliferi e di gas, aziende chimiche (fertilizzanti), acciaierie, trasporti, telecomunicazioni, banche, società di investimenti: gli oligarchi russi gestiscono quasi per intero l'economia del Paese. E lo fanno grazie al supporto di Vladimir Putin. Ora sono anche loro nel mirino del mondo occidentali che puntano a disgregare il loro patrimonio. E parliamo di un tesoro che al 2021 era valutato oltre 300 miliardi di dollari. Ecco chi sono, in quali campi agiscono e la classifica in ordine di importanza.

"L'Occidente è pronto a intensificarle finché sarà necessario", ha avvertito il primo ministro britannico Boris Johnson. Lo schema del nuovo pacchetto potrebbe comprendere anche lo stop all'uso dello spazio marittimo da parte dei russi. "L'annuncio delle sanzioni occidentali ha gia' un impatto massiccio, dopo quanto sta accadendo non può esserci alcun business as usual", ha spiegato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner nella riunione dei responsabili dell'Economia dei Paesi del G7.

"Sarà operativa inoltre nelle prossime ore la messa al bando di Russia Today e Sputnik da tutti i media Ue: televisione, satellite, streaming, app, Iptv e Isp", ha annunciato il commissario al Mercato interno Thierry Breton. Anche Taiwan nel frattempo ha deciso di varare sanzioni contro Mosca, mentre la Turchia si è smarcata: nessuna misura restrittiva, con l'obiettivo di tenere aperto il dialogo, ha spiegato Ankara.

Il Parlamento europeo issa la bandiera ucraina sui suoi edifici

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Bruxelles prova insomma a stringere Mosca nella morsa economica fornendo, parallelamente, armi all'Ucraina. L'hub dove i Paesi membri stanno consegnando materiale militare anche letale all'esercito ucraino è in Polonia. Ma allo stesso tempo crescono, in Ue, i timori sugli effetti della guerra e delle sanzioni stesse. "Dobbiamo sospendere il patto di stabilità, scorporare le spese militari e umanitarie dal debito e creare un fondo che aiuti famiglie e imprese dei Paesi più danneggiati", ha raccomandato il vicepresidente del Ppe Antonio Tajani.

Un Recovery di guerra, insomma, al quale l'Italia - visti i rapporti commerciali con Mosca e Kiev - potrebbe ambire. Un Ecofin informale, previsto nel pomeriggio, analizzerà la situazione. Il Patto di stabilità, ha spiegato una fonte europee, è escluso che sia ulteriormente sospeso. Il binario su cui muoversi sono le linee guida per le leggi di bilancio del 2023 che presenterà il commissario Paolo Gentiloni. Linee guida di certo più flessibili nel ritmo di riduzione del debito e che terranno conto dell'altissima incertezza legata a questi mesi in cui, dopo l'ondata Omicron, l'Europa si è ritrovata in guerra. Con un peso sulla crescita del 2022 che, nelle stime peggiori, arriva allo 0,7%.

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