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Il paradosso dei voli fantasma  

Più di 100.000 voli vuoti per un inquinamento di oltre due milioni di tonnellate di CO2

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Un aereo di linea inquina mediamente come 600 auto Euro 0 e questi dati, già di per sé drammatici, possono diventare surreali. Come? Provando a immaginare dei voli che partono e atterrano completamente vuoti. Non è la trama di una serie tv ma quanto sta accadendo nei nostri cieli. Questo inverno sono infatti decollati oltre 100.000 voli fantasma costretti a partire senza passeggeri o comunque con pochissime persone a bordo da un sistema di regole che sembra uscito dal teatro dell’assurdo.

Il punto è che una compagnia deve far volare i propri aerei per non perdere il diritto di utilizzare i principali aeroporti europei. In caso contrario infatti gli spazi vengono riassegnati automaticamente a compagnie concorrenti. Gli aerei sono costretti a utilizzare almeno il 50% degli slot orari a loro disposizione, altrimenti daranno l’addio agli orari più comodi, quelli, per capirsi, che cercano tutti i passeggeri. Questo in base a un regolamento dell’Unione Europea datato 1993. Più di 100.000 voli per un inquinamento, secondo un’analisi di Greenpeace, di oltre due milioni di tonnellate di CO2, pari a 1.400.000 auto, stando bassi.

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Dovremo effettuare 18.000 voli extra non necessari solo per assicurarci i diritti di decollo e atterraggio” ha dichiarato il CEO di Lufthansa Carsten Spohr in un’intervista alla stampa tedesca. Parole che hanno fatto esplodere il tema e che ci si augura possano portare a una soluzione. I soli voli fantasma di Lufthansa causeranno 360 mila tonnellate di CO2 emessa senza alcun valido motivo.

Mentre il turismo sostenibile cresce e crescono anche le mete pensate per avere un minore impatto sull’ambiente, i voli fantasma continuano a decollare.

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