Internet rallentato, prezzi alle stelle, un inasprimento delle leggi contro le manifestazioni pubbliche, la scure del reato di tradimento della madrepatria, un euro che vale 100 rubli. "Siamo tutti sotto shock, - sono le parole raccolte tra chi vive a Mosca da Tgcom24. - I russi non vogliono questa guerra e vediamo dai social che il mondo intero ci odia: ma un uomo solo ha voluto tutto questo". E' la società civile che prova ad alzare la voce da Mosca, uomini e donne, professionisti e impiegati, con e senza famiglia. Sono russi, russi-ucraini e italo-russi: "Non abbiamo colpe, non siamo bombardati, ma anche a noi è stato tolto il futuro". Scendere in piazza è sempre più rischioso. "Da subito abbiamo offerto aiuti a Kiev, ci sono stati rifiutati. E' troppo grande il sentimento d'odio contro di noi. Non ci resta che pregare. Per tutti. E piangiamo. Cosa sarà di noi?".
"I russi hanno paura, possiamo aiutare chi è in zona di guerra, piangiamo, leggendo e guardando. Ma la gente ci odia a causa di una persona". Tutte dello stesso tenore le drammatiche testimonianze raccolte da Tgcom24. Paura e odio le parole-chiave ripetute nei pensieri che arrivano da Mosca.
Paura di perdere il lavoro, di non avere più la possibilità di comprare cibo e medicine. "Non possiamo trasferire denaro all'estero, non possiamo riceverlo. Le grandi banche principali hanno ricevuto sanzioni. Swift è bloccato. L'Occidente vuole bloccare la Russia, ma ciò significa che resteremo tutti senza lavoro".
E regna l'impotenza davanti alla tragedia. "Non riesco a guardare video e notizie, ma non posso non guardare. Colleghi ed ex colleghi dall'Ucraina ci scrivono che non solo le piante vengono bombardate, ma interi quartieri con i civili. Io sono a Mosca, qui è pieno di militari". "Da quattro giorni in centro si svolgono manifestazioni contro la guerra: i russi non vogliono la guerra contro i propri fratelli, contro i propri vicini. Di loro amiamo tutto, la cultura, la terra. Li rispettiamo. Vogliamo far sapere loro che non siamo nemici".
"L'obiettivo è quello di dividerci, - è la convinzione comune. - Vogliono separarci dalle nostre famiglie. Tanti di noi hanno nonni, se non proprio i genitori, ucraini. Negli ultimi anni i rapporti con Kiev sono stati difficili, ma ora siamo in guerra, ci hanno reso nemici".
Tutto finito per i russi e gli italiani di Mosca? "Molti di noi non sopravviveranno se va avanti così", dicono con amarezza, lanciando un appello: "Supportateci, non dimenticateci e, soprattutto, non odiateci".
"Ho smesso persino di sognare una vacanza, di riabbracciare gli amici all'estero, con i salari e i tassi di cambio di oggi", è il sentimento di poche pretese più diffuso.
E odio. Grossi guai anche per gli imprenditori italiani rimasti a Mosca, resistendo ai venti di guerra delle ultime settimane. "Siamo distrutti - raccontano - dal fatto che odino i russi e odino la patria dei nostri figli, che è diventata anche la nostra. Non abbiamo mai sofferto tanto".
Nella pratica, "non si sa come si farà a ricevere le provvigioni guadagnate perché nessuna banca italiana manderà denaro a una banca russa. I clienti non possono pagare le commissioni che avevano in scadenza e quindi rischiamo di dover tornare in Italia con la valigia di cartone".
Con questi pensieri si passano le giornate "in attesa di qualche svolta positiva. Sappiamo che non siamo noi i bombardati, ma la situazione è brutta per tutti".
Sui gruppi social degli italiani in Russia, intanto, si cercano informazioni per tornare in Italia, si chiedono e si offrono passaggi in auto. Il viaggio sarà lungo e costoso. "Per arrivare a Roma, bisogna passare dalla Turchia e dagli Emirati. Non ci sono voli diretti con l'Europa e i biglietti per Istanbul sono schizzati a 8mila, 9mila rubli".
E in auto non sarà più facile tornare. "Evitate di passare da Minsk", è il consiglio che viene dato a chi decide di partire. E si parla di bus a 30 euro per Tallin o Helsinki e dei documenti necessari per i viaggi in treno e passare la frontiera.
Mentre possono esprimersi più liberamente e a carte scoperte i russi che vivono in Italia e in Europa e gli italiani che lavorano nell'import-export con la Russia. "La campagna d'odio contro i russi è feroce", confermano, denunciando di esserne vittime a loro volta. "Ma bisogna distinguere il Paese dallo Stato. E sperare che tutto finisca presto".