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Guerra in Ucraina, Putin "cede" al pressing di Pechino e apre la trattativa in Bielorussia

La delegazione di Mosca è già arrivata a Gomel per sedersi al tavolo dei negoziati, ma Zelensky...

"La sovranità e l'integrità di ogni Paese vanno rispettate, e questo vale anche per l'Ucraina". Le parole del ministro degli Esteri cinese Wang Yi sono state quanto mai chiare e hanno segnato un deciso cambio di direzione sull'asse Pechino-Mosca. Così dal totale allineamento dei giorni scorsi, con la Cina che aveva definito legittima l'azione militare russa, ora il messaggio rivolto al Cremlino dagli uomini di Xi Jinping è volto a frenare l'escalation e a riportare tutti sulla strada della diplomazia. Così una delegazione russa è già a Gomel, 310 chilometri a sud-est di Minsk, in Bielorussia, per sedersi al tavolo delle trattative, ma il presidente Zelensky pone le sue condizioni: "Il dialogo in qualsiasi altra città, non in Bielorussia".

Il ruolo di Pechino - L'invito della Cina è quello di evitare una crisi umanitaria e di imboccare il prima possibile la strada del dialogo attraverso trattative dirette tra Mosca e Kiev. Wang ha illustrato la posizione cinese nel corso di un giro di telefonate con Bruxelles, Londra e Parigi. All'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, alla ministra degli Esteri britannica Liz Truss e ad Emmanuel Bonne, consigliere diplomatico di Macron, ha quindi assicurato come Pechino sia per il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, anche nel caso dell'Ucraina.

"Continueremo ad opporci fermamente a tutte le potenze egemoniche e a salvaguardare fermamente i diritti e gli interessi legittimi dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto dei Paesi di piccole e medie dimensioni", ha spiegato. Il capo della diplomazia del Dragone ha però ribadito come le preoccupazioni della Russia sulla propria sicurezza siano legittime e debbano essere seriamente ascoltate e risolte, confermando poi il no di Pechino con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che invocano l'autorizzazione all'uso della forza e le sanzioni ai sensi del Capitolo VII della Carta dell'Onu.

Diversi osservatori interpretano la sterzata della Cina con la preoccupazione di venire a sua volta travolta dalle conseguenze delle misure restrittive varate contro Mosca da Europa e Stati Uniti. E se da un lato a Pechino la crisi ucraina fa comodo, soprattutto per allontanare l'attenzione dell'amministrazione Biden dalla regione dell'Indo Pacifico, dall'altro Xi non avrebbe alcuna intenzione di consegnare a Vladimir Putin un assegno in bianco.

Ecco allora l'ordine alle due più grandi banche commerciali controllate dal governo - la Bank of China e la Industrial and Commercial Bank of China - di limitare le operazioni con la Russia, per evitare i rischi legati proprio alle sanzioni finanziarie internazionali contro Mosca.

La Russia attende Zelensky a Gomel - All'annuncio che il Cremlino ha inviato una delegazione in Bielorussia, a Gomel, per negoziare con Kiev il leader ucraino Zelensky si dice pronto a negoziare ma non in Bielorussia, cercando di assencondare in qualche modo le richieste dei nazionalisti che sono a priori contro ogni incontro con Putin.

"Qualunque città va bene per i negoziati tra cui Varsavia, Istanbul e Baku, ma non Minsk". Denuncia gli attacchi ad abitazioni e lancia un appello ai cittadini stranieri di tutto il mondo di unirsi alla guerra contro la Russia che, afferma, hanno deliberatamente scelto tattiche per colpire le persone e tutto ciò che rende la vita normale: elettricità, ospedali, case: "Hanno mentito sul fatto che non avrebbero toccato i civili".

Zelensky parla di "genocidio" affermando che i russi "meritano un tribunale internazionale".

Gomel, la città bielorussa già al centro degli accordi di pace del 2014 tra Russia e Ucraina

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Sullo scenario della guerra tra Russia e Ucraina rispunta Gomel, città bielorussa già al centro della storia del recente conflitto tra Mosca e Kiev. Gomel, infatti, nel 2014, fu teatro degli incontri che portarono alla ratifica tra le due parti del Protocollo di Minsk. Quell'accordo fu firmato per porre fine alla guerra dell'Ucraina orientale e fu raggiunto il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull'Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Donetsk (DNR) e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR). I colloqui allora avvennero sotto l'egida della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Gomel è la seconda città più popolosa della Bielorussia con oltre mezzo milione di abitanti ed è situata nella parte sudorientale del Paese, a circa 300 chilometri a sud-est dalla capitale e a una cinquantina di chilometri sia dalla frontiera con la Russia sia da quella ucraina. Le foto Afp ci riportano alla fine del marzo 2014 e mostrano l'allora presidente del parlamento ucraino e presidente ucraino ad interim Oleksandr Turchynov, a sinistra, con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, nella residenza Lyaskovichi dello stesso Lukashenko, proprio nella zona di Gomel

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