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Frenesie di Guerra, lʼautomobile in Russia fa retromarcia

Stellantis annuncia che trasferirà la produzione, e gli altri?

Tra le lacune del sistema economico misto della Russia ‒ molto pubblico e poco privato, con enti elefantiaci in pochi settori mirati e scarsità di pmi ‒ cʼè anche quella dellʼindustria dellʼauto poco attrattiva. I russi amano spendere e importano autoveicoli per 20 miliardi di dollari lʼanno, ma ne esportano per 3,3 miliardi, appena 50 mila unità tra auto, camion e commerciali.

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Nate spesso con lʼaiuto delle aziende occidentali, tipo Lada con Fiat negli anni 60 e nello stabilimento di Togliatti, tuttora attivo, le Case auto russe sono oggi finite nelle mani dei grandi conglomerati globali: AvtoVaz (celebre per il marchio Lada) appartiene allʼAlleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, ma in passato è stata di General Motors. Sul mercato russo occupa il secondo posto con 350 mila unità vendute nel 2021, dietro Hyundai-Kia con 380 mila e che a San Pietroburgo ha un suo sito produttivo. In tutto il 2021 sono state vendute in Russia 1.670.000 tra auto e veicoli commerciali, e con quasi 150 milioni di abitanti non è granché, considerando anche che nel 2012 se ne vendevano 2,8 milioni.

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Fu quel volume di 10 anni fa che ingolosì molti costruttori occidentali: Mercedes, Volkswagen, Toyota si spinsero in Russia, dove già operavano Peugeot e Citroen (oggi Stellantis) e Ford. Lo fece anche BMW ma con una partnership nellʼenclave di Kaliningrad. Quella spinta oggi rischia di essere pagata a caro prezzo: con la guerra in Ucraina, il settore auto russo con 34 stabilimenti (inclusi camion e motori) rischia di collassare su sé stesso. Carlos Tavares, Ceo Stellantis, ha già annunciato che sospenderà la produzione a Kaluga e la trasferirà allʼestero. Volkswagen ci sta pensando, anche perché, nonostante venda più di 200 mila veicoli lʼanno, la produzione nel Paese conta appena il 2% sul suo volume globale.

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Discorso analogo per Mercedes e BMW, che producono la Classe E, GLE e i grandi Suv della Serie X, ma al ritmo di 50 mila unità annue, non di più. Tutto dipenderà dalle sanzioni, dalla loro entità, e quindi il gruppo più esposto pare proprio Renault, visto che AvtoVaz esiste per il mercato interno. Uno scenario in evoluzione e chissà quanto si stiano pentendo a Stoccarda per la decisione di avviare meno di 3 anni fa una fabbrica a Mosca con mille dipendenti. Cʼera anche Putin allʼinaugurazione, ma il Presidente è un… presenzialista, è stato anche a Kaluga nel 2017 quando Volkswagen insediò la fabbrica per produrvi Tiguan e Polo, investendo due miliardi di euro. A Kaluga cʼè anche Stellantis, e poi colossi della componentistica come Magna e Continental. Vedremo cosa faranno ora.

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