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Usa, caso Floyd: tre ex agenti dichiarati colpevoli di inazione

Gli imputati sono ritenuti responsabili di non aver fornito assistenza medica e, i primi due, di non aver fermato Derek Chauvin, l'agente che uccise l'afroamericano

Ansa

Tre ex agenti della polizia di Minneapolis sono stati riconosciuti colpevoli di aver violato i diritti civili di George Floyd. Una giuria li ha infatti ritenuti responsabili per non essere intervenuti mentre un loro collega stava soffocando l'afroamericano, tenendo il ginocchio sul suo collo per nove minuti. Si tratta di Tou Thao, 36 anni, J. Alexander Kueng (28) e Thomas Lane (38). Rischiano una pena sino all'ergastolo.

I tre sono stati dichiarati responsabili di non aver fornito assistenza medica e, i primi due, di non aver fermato Derek Chauvin, l'agente che uccise Floyd.

"Continuarono a guardare mentre Floyd soffriva una morte lenta e straziante" e "scelsero di non fare nulla e guardarono un uomo morire", ha sottolineato l'accusa durante il processo.

Le accuse - I tre erano accusati di aver mostrato "una deliberata indifferenza verso le gravi necessità mediche di Floyd" e, i primi due, di non essere intervenuti per fermare l'uso di una "forza irragionevole" da parte di Chauvin (nel frattempo già condannato). La procuratrice Samantha Trepel ha evidenziato che gli imputati ignorarono le regole apprese nell'addestramento e gli appelli dei passanti.

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