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Gli alberi proteggono gli affreschi di Raffaello dallo smog

Villa Farnesina: una difesa naturale contro l’inquinamento causato dal traffico di Roma

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Tra polveri sottili e biossido di azoto la Capitale è una delle città italiane con i più alti livelli di inquinamento. Dati preoccupanti fuori dai limiti di qualità dell’aria stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che mettono a rischio la salute delle persone, ma non solo. Da uno studio realizzato da esperti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dell’Università di Siena (UniSI), successivamente pubblicato sulla rivista ‘Science of the Total Environment’ è emerso che le polveri inquinanti generate dal traffico di Roma possono danneggiare anche il patrimonio culturale e artistico della città.   

A Villa Farnesina, sede di rappresentanza dell’Accademia Nazionale dei Lincei, le magnifiche logge affrescate da Raffaello Sanzio nel Cinquecento si trovano a 30 metri di distanza dal trafficato Lungotevere Farnesina. Secondo i dati rilevati dallo studio “Assessing the impact of vehicular particulate matter on cultural heritage by magnetic biomonitoring at Villa Fanesina in Rome” la presenza degli alberi ha fortemente ridotto l’impatto del particolato inquinante sulle sale affrescate e preservato così il patrimonio dalle polveri sottili. Le foglie dei platani sul Lungotevere hanno trattenuto infatti le polveri metalliche, generate principalmente dai freni.

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Lo studio è iniziato con il campionamento delle foglie dei platani disposti su Lungotevere Farnesina ed è poi continuato all’interno dei Giardini su cipressi, oleandri e mirti, al fine di individuare le specie più idonee a ritenere il particolato atmosferico e a proteggere i beni culturali. Successivamente, per indagare sulla diffusione delle polveri metalliche all’interno delle sale, in una nota dello studio si legge che “È stata curata l’esposizione dei trapianti lichenici, la cui analisi ha permesso di determinare l’andamento dei parametri magnetici e chimici legati all’accumulo di polveri da inquinamento atmosferico con la distanza dalla strada, senza peraltro incorrere nella variabilità connessa all’impiego, ai fini del biomonitoraggio, di specie differenti di piante”.

Lo studio proseguirà poi in ulteriori contesti urbani caratterizzati da intenso traffico veicolare della Capitale e in compresenza di monumenti e beni culturali e artistici. Sono già in corso gli studi sull’area Palatina del parco Archeologico del Colosseo.

 

Crediti fotografici: Accademia Nazionale dei Lincei

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