Era il 20 febbraio del 2020. Quella sera nell'ospedale di Codogno, nel lodigiano, grazie all'intuizione di una dottoressa anestesista si scoprì il "Paziente 1", non solo d'Italia, ma anche d'Europa: il 38enne Mattia Maestri aveva il Covid-19 (anche se allora si diceva Coronavirus). Il primo bollettino del 24 febbraio riportava 221 positivi e 7 morti. Due anni dopo, i numeri sono impietosi: 12.427.773 il totale dei contagiati (solo in Italia), e 152.848 decessi. Una catastrofe, con la quale si prova a convivere tra bilanci ballerini, zone rosse, quarantene, vaccini, varianti, ripresa economica.
Il primo dpcm del governo Conte, datato 23 febbraio, istituisce le "zone rosse" in dieci comuni del lodigiano e a Vo' Euganeo (Padova). Ma i numeri crescono rapidamente: il 4 marzo chiudono le scuole in tutta Italia, il 9 marzo tutta l'Italia diventa zona rossa e l'undici gli italiani scoprono il significato della parola lockdown: quel giorno, un mercoledì, si contavano 10.590 positivi, e già 827 decessi. Il 18 marzo l'immagine simbolo della pandemia nel nostro Paese: mezzi militari in coda carichi di bare "sfilano" per le strade di Bergamo.
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Poi la curva scende, l'incubo sembra finito, la liberazione avviene a tappe tra la fine di aprile e l'estate. Il 16 maggio riaprono i negozi e si può circolare senza autocertificazione. Tra il 13 maggio e il 21 agosto i casi sono sempre sotto quota mille, gli ospedali si svuotano. Il Covid sembra un ricordo, ma è solo l'inizio di una serie di "illusioni".
Nell''autunno 2020 i casi tornano a salire, rapidamente; gli ospedali si riempiono di nuovo: tutti i parametri schizzano e si ritorna alle restrizioni. Richiudono molte attività, la mascherina diventa obbligatoria, gli italiani riscoprono il coprifuoco. Si arriva a marzo 2021, dove si tocca un nuovo picco di contagi. Ancora un sacrificio: la Pasqua in zona rossa, l'Italia si blinda di nuovo.
Ma nel frattempo è arrivato il vaccino, i numeri scendono, si respira un'aria di ottimismo. A maggio, per l'ultima volta si superano i 10mila casi, a giugno per l'ultima volta i mille. Sembra davvero finita. La campagna di immunizzazione procede, l'effetto si vede. Ma niente da fare.
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In autunno ci arrivano le varianti, la Omicron in particolare, che caratterizza anche l'avvento della quarta ondata. E si riparte con la conta fino al picco di gennaio (il 18 si sono registrati 228.179 casi e 434 i decessi in 24 ore). Quindi tre settimane di calo continuo, si avvicina un'altra primavera.
Si respira aria di ripartenza, ma anche qui il virus presenta il suo conto: dall'inizio dell'emergenza sanitaria ad oggi la crisi innescata dal Covid ha cancellato - stando alle stime di Confesercenti - quasi 4mila euro di spesa a famiglia. Solo nel primo anno di pandemia sono stati persi 183 miliardi di Pil e 137 miliardi di consumi, di cui: 86 miliardi durante la prima ondata (marzo-giugno 2020) e 51 tra novembre 2020 e marzo 2021). Dati che hanno riportato il Paese al 1997: la fine, dunque, non è ancora arrivata.