Una donna di 28 anni di Modena è stata indotta a sposarsi con l'inganno con un uomo di 31 anni di nazionalità straniera e poi è stata segregata per settimane in una casa, covo di una rete di spacciatori che gestiva un traffico di droga tra l'Emilia e il Veneto da migliaia e migliaia di euro. Otto denunciati. La vicenda è emersa in maniera fortuita, quando una 29enne di Reggio Emilia, dopo aver perso il cellulare e bloccato i suoi account, ha acquistato un nuovo apparecchio e ha nuovamente avuto accesso ai suoi profili. Solo allora ha notato che qualcuno aveva usato la sua mail per inviare e ricevere documenti e ha sporto denuncia per frode informatica.
Il finto matrimonio e il sequestro - I militari, partendo proprio dall'esposto presentato nel novembre 2020, sono arrivati a individuare il giro di droga e hanno scoperto l'odissea della 28enne costretta al matrimonio con l'inganno.
Così i carabinieri in breve tempo hanno individuato un 31enne nordafricano residente in provincia di Verona. L'uomo avrebbe utilizzato la documentazione ricevuta sulla mail della 29enne derubata del telefono per indurre la modenese a sposarsi con lui in cambio di 10mila euro. L'obiettivo era ottenere la cittadinanza italiana.
E' a quel punto che per la promessa sposa è iniziata l'odissea. Il 31enne le ha tolto i documenti e il cellulare costringendola a restare a casa di alcuni complici, una coppia di albanesi che vive a Reggio Emilia, e poi l'avrebbe segregata in un altro appartamento in provincia di Verona di proprietà di un connazionale.
Lo spaccio di droga - Solo approfittando di un momento di distrazione del proprietario, la 28enne è riuscita a scappare. Le due case, diventate luoghi di prigionia, stando a quanto sarebbe emerso nel corso delle indagini dei carabinieri, erano anche le basi di spaccio della droga distribuita dal 31enne e dalla sua banda. L'uomo e i suoi complici sono stati accusati diversi reati, tra cui l'istigazione allo spaccio di stupefacenti.
In tutto sono otto le persone denunciate per sequestro di persona, spaccio di stupefacenti, frode informatica e induzione al matrimonio con l'inganno. Sono tutti stranieri, hanno tra i 23 e i 43 anni e abitano tra le province di Reggio Emilia, Verona e Torino.