Cantante, pianista, conduttore e attore. Non c'è ambito nello spettacolo che Johnny Dorelli, all’anagrafe Giorgio Domenico Guidi, non abbia sperimentato e nel quale non abbia eccelso. Classe 1937 l'artista compie oggi 85 anni, 70 dei quali trascorsi tra musica, cinema e televisione. Pochi giorni fa, il 14 febbraio, ha festeggiato il suo 44esimo San Valentino con Gloria Guida con la quale continua ancora oggi una lunghissima e bellissima storia d’amore iniziata nel 1979. Dotato di grande charme ed eleganza però prima di lei il suo nome è stato associato spesso anche agli onori delle cronache rosa con i suoi grandi amori, da Lauretta Masiero a Catherine Spaak, con cui è stato sposato dal 1972 al 1978.
Johnny Dorelli ha tre figli: Guendalina, (avuta dalla relazione con l’attrice Lauretta Masiero), Gianluca (avuto con Gloria Guida) e Gabriele (nato dall'unione con Catherine Spaak).
Artista di grande talento la sua carriera comincia nella leggendaria America. Nato a Meda (Lombardia) il 20 febbraio 1937, figlio d'arte, Dorelli si trasferisce infatti da bambino in Usa per il lavoro del padre, il lirico Giovanni D'Aurelio, e a New York frequenta la prestigiosa High School of Performing Arts, dove studia contrabbasso e pianoforte e sperimenta le luci della ribalta dei teatri di Broadway degli anni 40 e 50. Quando nel 1955, non ancora ventenne, rientra in Italia, si fa notare come cantante e pianista jazz e viene subito accolto nella scuderia di Teddy Reno, che gli fa incidere soprattutto cover di brani in lingua inglese.
E solo tre anni dopo arriva il successo, quando un giovanissimo Johnny, in coppia con Domenico Modugno al Festival di Sanremo, interpreta "Nel blu dipinto di blu". L'anno successivo, la coppia Modugno-Dorelli si ripresenta a Sanremo, questa volta con "Piove", e vince di nuovo. Per Dorelli il Festival è un appuntamento che segna delle tappe fondamentali, e così nel 1967, insieme all'autore Don Backy, porta un altro classico, "L'immensità", che è a oggi forse il suo maggior successo discografico.
Sono gli americani a causa della loro pronuncia a trasformare il suo cognome originale D’Aurelio in Dorelli. E così l'Italia lo ha conosciuto e lo conosce.
Negli anni '60 inizia anche a dare prova di duttilità sul piano della recitazione e dell'intrattenimento. Prima con alcuni caroselli, poi presentando alcuni spettacoli televisivi di grande successo. Dopo una contestata edizione di "Canzonissima" condotta insieme a Raimondo Vianello (1969) e un periodo di crisi artistica, torna prepotentemente alla ribalta passando dal musical firmato Garinei e Giovannini.
"Aggiungi un posto a tavola" è un successo di quelli passati alla storia e ripreso più volte. In teatro poi Dorelli tornerà nel 1980 con "Accendiamo la lampada", spettacolo galeotto per il suo amore con Gloria Guida.
Il suo nome è legato anche al personaggio di Dorellik inventato per la televisione e portato al cinema nel suo primo ruolo da protagonista nel 1967, e al programma radiofonico "Gran varietà" di cui ha condotto ventidue edizioni.
Gli anni 70 e 80 sono quelli che lo vedono protagonista anche al cinema, con più di venti commedie leggere di grandissimo successo. Del 1973 "Pane e cioccolata" di Franco Brusati con Nino Manfredi, un emigrato italiano in Svizzera; "Dimmi che fai tutto per me" (1976) con Pamela Villoresi, di Pasquale Festa Campanile; "Il mostro" (1977) thriller di Luigi Zampa con Sydney Rome e musiche di Ennio Morricone. "Spogliamoci cosi', senza pudor" (1977) con Enrico Montesano e Barbara Bouchet; "Amori miei" (1978) di Steno, in cui è Marco, uno dei due mariti di Anna, interpretata da Monica Vitti. Poi ancora "Tesoro mio" (1979) con la bellissima Zeudi Araya. "Il cappotto di Astrakan" (1980), tratto dal romanzo di Piero Chiara; "Mi faccio la barca" (1980) di Sergio Corbucci; "Dio li fa e poi li accoppia" (1982), ritorna a collaborare con Steno; "Sesso e volentieri" (1982) di Dino Risi con Gloria Guida; "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio" (1984) con Lino Banfi; "State buoni se potete" (1983) di Luigi Magni, "A tu per tu" (1984) sempre di Corbucci.
Nel 1983, affiancato da Amanda Lear, Nadia Cassini, Gigi e Andrea e Gigi Sabani, conduce su Canale 5 la gara musicale "Premiatissima" che riesce persino a superare il Fantastico di Gigi Proietti. Nel 1984 interpreta il maestro Perboni nel "Cuore" di Luigi Comencini e nel 1988 "La coscienza di Zeno" di Sandro Bolchi. Nel 1990 è A Sanremo come conduttore assieme a Gabriella Carlucci, e l'anno successivo presenta il varietà del sabato sera "Fantastico" insieme a Raffaella Carrà. Nel 1991 è nel cast de "Il muro di gomma" di Marco Risi. Nel 2005 nel film di Pupi Avati "Ma quando arrivano le ragazze".
Del 2007 è la sua ottava partecipazione all'Ariston come cantante in gara (la prima nel 1958), con il brano "Meglio così". Nel 2011, riceve il riconoscimento speciale Leggio d'oro "Alberto Sordi". Nel 2018 è apparso come ospite nella trasmissione di Fabio Fazio "Che Tempo Che Fa" dopo sei anni di assenza dagli schermi televisivi e a settembre del 2020 è uscita la sua autobiografia dal titolo "Che fantastica vita", scritta in collaborazione col giornalista Pier Luigi Vercesi e in cui racconta proprio i mille colori della sua carriera fatta di sacrifici, studi e sudore per raggiungere l’agognato successo.