Un mare di plastica
Il Mediterraneo ha la più alta concentrazione di microplastiche e secondo il WWF l’Italia è tra i maggiori responsabili
È una top 5 poco felice quella che può vantare l’Italia. Roma, Milano, Torino, Palermo e Genova sono tra le città che più inquinano il Mediterraneo con la plastica.
A dirlo è un report del WWF, pubblicato in vista della prossima Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente del 28 febbraio. L’indagine ha registrato che ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229mila tonnellate di plastica, l’equivalente di 500 container al giorno. A colpire è che più della metà di questi rifiuti proviene solo da tre Stati: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e il 10% dalla Turchia. Una medaglia d’argento pesantissima da sostenere per il nostro Paese. La fonte principale dell’immissione in mare di plastica sono le attività costiere e la gestione inefficiente dei rifiuti, in particolare durante l’estate e con l’aumento dei flussi turistici. Ovviamente si aggiungono anche pesca e navigazione, che disperdono in mare tra le altre cose reti e cassette per il trasporto di pesce.
Attualmente nel Mediterraneo ci sono oltre un milione di tonnellate di plastica, una minaccia gravissima per gli ecosistemi marini e la biodiversità. Numeri che hanno portato a un triste primato: nelle acque del bacino si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato.
Un pericolo, quello delle microplastiche, che tocca sia gli abitanti del mare sia quelli sulla terraferma. Le particelle di plastica possono essere mortali per la vita marina. I pesci le ingeriscono, soffocano, ne assorbono le sostanze tossiche oppure restano intrappolati nei rifiuti più ingombranti. E ovviamente tutto quello che i pesci mangiano finisce nella catena alimentare e può arrivare sulle nostre tavole. Secondo il report del WWF l’essere umano arriva ad assumere, senza rendersene conto, circa 53mila microplastiche.
Dati che spaventano e che forse potrebbero far prendere dei provvedimenti una volta per tutte. La soluzione più efficace non è solo ripulire il mare, ma risolvere il problema alla radice. Ridurre la produzione e il consumo di plastica è l’unico modo per evitare che continui a finire tra le onde del Mediterraneo.
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