Cressida Dick, prima comandante donna della storia di Scotland Yard, il dipartimento di polizia di Londra con competenze nazionali su alcuni dossier investigativi importanti, ha annunciato le proprie dimissioni. Si tratta di un gesto a sorpresa, seguito alle polemiche di una serie di scandali che avevano coinvolto il corpo. Proprio mercoledì il sindaco di Londra, Sadiq Khan, le aveva indirizzato una sorta di ultimatum.
"È con enorme tristezza che, a seguito di un contatto avuto con il sindaco di Londra, mi sono convinta di non avere più da lui una fiducia sufficiente nella mia leadership per poter continuare", ha detto Dick, limitandosi a precisare di aver accettato la richiesta di Khan di restare al suo posto per "breve tempo", il tempo necessario a individuare la figura che le dovrà succedere.
Il sindaco laburista le aveva concesso pochi "giorni o al massimo settimane" per ripristinare la fiducia nel corpo investito da scandali in serie su denunce di razzismo, sessismo, discriminazione, misoginia o bullismo che hanno coinvolto solo di recente almeno 14 agenti.
Al vertice supremo della Metropolitan Police (nome ufficiale di Scotland Yard) fin dal 2017, Dick, 61 anni, decorata con il cavalierato dalla regina Elisabetta in persona, era stata rinnovata l'anno scorso per un secondo mandato fino al 2024 dallo stesso Khan d'intesa con Priti Patel, ministra dell'Interno Tory del governo centrale britannico, da cui il dipartimento dipende in coabitazione in quanto forza di coordinamento nazionale dell'antiterrorismo. Ma il ripetersi delle denunce e le accuse d'inazione lanciate contro di lei l'avevano in seguito rimessa in discussione. Fino alla rottura definitiva.
Nel suo messaggio di addio, la comandante - già numero due del dipartimento dal 2011 - ha rivendicato i suoi anni di servizio a tutela "dei cittadini di Londra" e della loro sicurezza come "il più grande onore" della sua vita. Non senza ammettere i momenti "duri" di un periodo segnato da attentati terroristici, da disastri come il tragico incendio della Grenfell Tower, da un'impennata iniziale di accoltellamenti e violenze di strada, da femminicidi e altri crimini che hanno inorridito l'opinione pubblica. Ma insistendo anche sui risultati ottenuti e sui dati di un tasso di violenza tornato ora complessivamente "a calare" nella metropoli.
Ha quindi riconosciuto la "crisi di fiducia" nel corpo rinfocolata di recente da casi "spaventosi" come il rapimento, lo stupro e l'uccisione della 33enne Sarah Everard perpetrati l'anno scorso da un agente d'elite, Wayne Couzens. Rimarcando tuttavia come Scotland Yard sia adesso impegnata a ricostruire in pieno quella credibilità che viceversa Khan le ha imputato in ultimo di non aver saputo cercare di ripristinare con sufficiente energia e rigore all'interno dei ranghi.
Nella sua risposta all'annuncio di Dick, la ministra Patel ne ha elogiato "la dedizione", evidenziando le difficoltà dei suoi 5 anni di comando sfociati anche in un'emergenza "senza precedenti" come quella della pandemia; mentre Khan ha mantenuto evidentemente un atteggiamento più freddo.
La partita per la successione - Ora, comunque, si apre la partita per la successione. Per la nomina servirà anche il placet di Patel a nome del governo di Boris Johnson, ma le forze di opposizione nel Parlamento di Westminster hanno già chiesto che il premier non abbia alcun ruolo in merito: visto che proprio Scotland Yard sta indagando in queste settimane sul cosiddetto Partygate - che minaccia il futuro politico dello stresso BoJo -, lo scandalo delle presunte "feste" organizzate a Downing Street fra 2020 e 2021 in apparente violazione delle restrizioni Covid allora in vigore. La partita sarà inevitabilmente anche politica fra il sindaco laburista e il governo conservatore, con le ombre e i sospetti del Partygate a fare da sfondo.