La fusione nucleare è più vicina grazie ai risultati dei recenti esperimenti effettuati dagli scienziati europei del laboratorio Jet (Joint European Torus) del Culham Centre for fusion energy in Gran Bretagna. Un test ha infatti prodotto 59 megajoule di energia nel giro di 5 secondi, pari a 11 megawatt di potenza: si tratta di una quantità doppia rispetto a quella prodotta in un esperimento analogo 25 anni fa.
Il risultato è stato ottenuto modificando il reattore per renderlo più simile alle future condizioni di Iter, il reattore sperimentale che dovrà dare la risposta sulla fattibilità della fusione. Reazioni entusiaste dalla comunità scientifica. "Un passo cruciale verso la produzione in futuro di energia abbondante ed eco-sostenibile", commenta il presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. Una "clamorosa conferma" che la ricerca sulla fusione nucleare è sulla strada giusta, sottolinea il direttore generale del progetto Iter, Bernard Bigot.
La fusione è "il processo che alimenta le stelle, come il nostro Sole, e promette, nel lungo termine, di essere una fonte di elettricità quasi illimitata, utilizzando piccole quantità di combustibile reperibili ovunque sulla terra, da materie prime poco costose", spiega il presidente dell'Enea, Gilberto Dialuce. Il processo di fusione "unisce, fino a fondersi ad altissima temperatura, nuclei di elementi leggeri come l'idrogeno, che si trasformano in elio, rilasciando una quantità enorme di energia sotto forma di calore. La fusione è intrinsecamente sicura perché per sua natura non può innescare processi incontrollati".