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Francesca Bardelli Nonino: "Quando ci metti passione, tutto è possibile"

Francesca Bardelli Nonino, Responsabile della comunicazione Web di Nonino Distillatori, si racconta ai lettori di Tgcom24

L'hanno definita "influencer della grappa": è Francesca Bardelli Nonino e appartiene alla sesta generazione dei distillatori friulani della famosa Grappa Nonino.

Francesca Bardelli Nonino, Responsabile della comunicazione Web di Nonino Distillatori

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Francesca, lei è la prima influencer della grappa. Cosa significa esattamente?
E' stato un riconoscimento inaspettato, ma anche la più grande soddisfazione della mia vita. Tutto è cominciato durante il periodo di pandemia, quando le visite guidate in distilleria e il contatto diretto con i nostri estimatori non è stato più possibile. Volevo riuscire a rendere digitale anche l’esperienza di venirci a trovare, allora ho cominciato ad organizzare delle masterclass online gratuite sulla grappa illustrando la distillazione artigianale Nonino con piccoli video. Ho lanciato questi video sulla piattaforma social specializzata nel network professionale e ho avuto un successo incredibile, al di là di ogni aspettativa. Dopo aver rilasciato un’intervista in cui mostravo come l’orto della nonna avesse goduto di un raccolto eccezionale grazie al concime utilizzato, cioè la vinaccia distillata, sono stata definita “influencer della grappa”. Un concetto modernissimo applicato ad un prodotto tradizionale: trovo sia rivoluzionario ed efficace nello stesso tempo.

Lei nasce con il DNA imprenditoriale.
In Nonino rappresento con orgoglio la sesta generazione di distillatori, un’azienda che quest’anno festeggia il traguardo dei 125 anni di attività e che ha avuto l’onore di diventare la prima distilleria italiana a vincere il premio “Migliore Distilleria del mondo 2019” by Wine Enthusiast. Sono cresciuta con l’idea che avrei voluto far parte di questo mondo, ma soprattutto portare avanti la straordinaria storia di Nonino, capace di restituire a un prodotto povero la dignità dei grandi distillati e che oggi rappresenta il made in Italy nel mondo. Nonino è la prova che quando ci metti passione, tutto è possibile ed io di questa realtà voglio far parte con tutta me stessa.

Parliamo della sua infanzia.
I miei ricordi sono strettamente legati alla distilleria. Ero davvero molto piccola quando mio nonno già mi portava ad assistere alla vendemmia e poi mi faceva immergere nell’arte della distillazione in un modo adatto alla mia età, insegnandomi la sua prima importantissima regola: il legame indissolubile fra la qualità della materia prima e quella del distillato finale. All’epoca ero follemente innamorata del distillato di pere: dentro alla bottiglia si poteva sentire chiaramente l’aroma del frutto perché, grazie alla qualità delle materie prime e al processo di distillazione, riuscivamo a intrappolare l’essenza della pera. Un’autentica delizia, ma per poterla assaggiare ho dovuto attendere di compiere 18 anni. 

Formazione, un argomento fondamentale.
Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto occuparmi di comunicazione, tuttavia, quando iniziai l’università mi parve più utile studiare finanza. Dopo la laurea, ho ritenuto importante conoscere anche altre realtà prima di iniziare in Nonino e, una volta entrata in azienda, ho iniziato a occuparmi di social e comunicazione digitale. Cominciare a lavorare mi ha cambiata tantissimo: più lavoro, più voglio essere una professionista qualificata. Ho preso la certificazione come bartender, ho sostenuto il corso sommelier AIS, l’esame del WSET III livello e due Master. Trovare la mia strada mi ha dato una forza di volontà insospettabile: il lavoro è stata una vera e propria rinascita perché l’obiettivo di creare una vera e propria cultura digitale sulla grappa costituisce la mia fonte di energia. 

Il suo legame col territorio è molto forte.
Fortissimo. Il Friuli Venezia Giulia è una regione autentica e anche un po’ selvaggia e con una qualità della vita eccezionale, ma il mio è un legame ereditato dalla famiglia. Quando i miei nonni ricercavano gli antichi vitigni autoctoni friulani per distillarne le vinacce, scoprirono che i più rappresentativi, quali Schioppettino, Pignolo, Tazzelenghe e Ribolla Gialla, erano in via di estinzione. Nel lontano 1975, con lo scopo di “stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani” e preservare così la biodiversità del territorio, istituirono il Premio Nonino Risit d’Aur e una borsa di studio da assegnare annualmente al miglior studio di carattere sia tecnico sia storico, relativo ai suddetti vitigni. Oggi il Premio è arrivato alla sua 45esima edizione ed è diventato un premio internazionale che ha anche anticipato ben 6 premi Nobel.

Essere giovane e donna nel mondo dei distillati: ha avuto difficoltà?
Non è stato facile sicuramente farsi prendere sul serio, ma non mi sono arresa, anzi. Sono diventata sommelier AIS e ho preso la certificazione internazionale WSET III livello proprio per poterlo dichiarare sul biglietto da visita e rendere chiara la mia preparazione dal primo istante. Voglio vivere il fatto di essere una giovane donna in questo settore come una sfida e un’opportunità insieme, sperando di raccontare la Grappa da un nuovo punto di vista. D'altra parte, la mia famiglia ha avuto la fortuna di avere la prima donna Mastro Distillatore della storia, la mia bisnonna Silvia, che ha dovuto imparare a distillare negli anni ’40 quando ha perso il marito durante la seconda guerra mondiale. 

La sua grappa preferita?
Pur tenendo presente che bisogna sempre abbinare il vino al cibo, la mia grappa preferita è la Grappa Picolit Cru Monovitigno Nonino, una grappa leggendaria, la prima di singolo vitigno della storia che racchiude in sé tutta la storia Nonino, di come i miei nonni, Giannola e Benito, hanno avuto il coraggio, la visione, la forza di trasformare la Grappa da “acqua di fuoco che brucia anche la fame” in un distillato che oggi rappresenta l’eccellenza del made in Italy nel mondo. Tra l’altro, si tratta della grappa che mia nonna inviò perché la assaggiasse al mitico Gianni Agnelli, il quale la apprezzò al punto che decise di acquistarne diverse decine di bottiglie per farne omaggio ad amici e parenti: una promozione eccezionale.

A proposito di cibo, so che le piace cucinare…
A me piace tantissimo mangiare e per questo adoro anche cucinare. Credo che la cucina tradizionale sia legata in maniera indissolubile alla storia del luogo in cui è nata: andare nei locali più tipici e rappresentativi di una località è il modo più bello per immergersi nella cultura del posto.

Un suggerimento a chi voglia avvicinarsi al mondo della grappa? 
Bisogna venire a far visita alla distilleria e studiare la storia di questo prodotto. La grappa è cultura quindi, senza dimenticare di bere responsabilmente, è utile fare una verticale di grappe perché ciascuna di esse ha una personalità unica ed irripetibile. è utile fare una verticale di grappe perché ognuna di esse ha una personalità unica ed irripetibile ed è importante trovare quella giusta per ciascuno di noi.


 

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