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Berlusconi: "Pronto a rifondare il centrodestra in vista del 2023"

I rapporti personali con Salvini e Meloni "sono sempre stati molto cordiali, le valutazioni politiche non sempre coincidono. Del resto, se fosse così, saremmo un partito unico e non una coalizione"

"Se necessario, sono pronto a rifondare il centrodestra". E' quanto afferma Silvio Berlusconi, sottolineando: "Bisogna pensare al 2023, quando la maggioranza degli italiani si esprimerà, ne sono certo, per un centrodestra di governo che dovrà completare il lavoro di questi mesi". I rapporti personali con Matteo Salvini e Giorgia Meloni "sono sempre stati molto cordiali, le valutazioni politiche non sempre coincidono. Del resto, se fosse così, saremmo un partito unico e non una coalizione", aggiunge il leader di Forza Italia.

"Alleanza scritta non da un notaio ma nel cuore degli italiani" "Il centrodestra che io ho fondato nel 1994 è un'alleanza scritta non da un notaio, ma nel cuore degli italiani. Dobbiamo rilanciarla e per farlo c'è un solo modo: consolidare Forza Italia e creare un centro moderato che possa aggregare e allargare i suoi confini. Un centro, saldamente ancorato al centrodestra e alternativo alla sinistra, che sia garante dei valori cristiani, dei principi liberali, della vocazione europeista, del metodo garantista", prosegue Berlusconi in un'intervista al settimanale Chi.

"Consolidare buon lavoro del governo Draghi "Bisogna pensare al 2023 - ribadisce -. Nel frattempo, però, bisogna consolidare il buon lavoro del governo Draghi: il Paese ha bisogno di stabilità e di continuità".

"Per primo ho chiesto a Mattarella il bis" "Ora finalmente mi sento bene - afferma ancora il leader di Forza Italia -. Ho avuto un malessere fastidioso, per il quale non avrei voluto ricoverarmi, ma i medici me lo hanno imposto, per precauzione. Però questo non mi ha impedito di continuare a lavorare. Si trattava di superare una crisi, una situazione di stallo che si era creata intorno all'elezione del presidente della Repubblica. Proprio per questo motivo sono stato il primo, di fronte alla difficoltà delle Camere, a chiamare Sergio Mattarella per chiedergli di accettare un nuovo mandato che fosse di garanzia per tutti". 

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